
Carola Rakete torna in libertà, la decisione dei giudici italiani
Dure le reazioni del vicepremier Salvini: "Non siamo un Paese civile". Per il gip di Agrigento: "Obbligatoria e non strumentale la scelta di attraccare a Lampedusa"
Torna in libertà Carolina Rakete, niente convalida dell’arresto e nessuna misura cautelare quindi nei confronti della donna. L’ha deciso il gip di Agrigento, Alessandra Vella che ne ha disposto nella giornata di ieri la messa in libertà della capitana. «Una grande vittoria per la solidarietà e contro la criminalizzazione – sono queste le prime parole della Rakete commentando la decisione del gip – di chi aiuta i migranti e rifuggiati in Europa». Cadono così le accuse contro di lei di resistenza a nave di guerra e di resistenza a pubblico ufficiale. Si legge nelle motivazioni scritte dal gip di Agrigento:«Se la Rakete ha forzato il blocco nelle acque italiane è per adempiere al dovere di salvare vite umane – e il gip Alessandra Vella ha spiegato – obbligatoria e non strumentale è stata la scelta dell’attracco a Lampedusa, scelta dovuta al motivo che i porti di Tunisia e Libia non sono affatto ritenuti sicuri». Lo stesso concetto è stato ribadito poi anche dal Procuratore Capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che nella mancata convalida dell’arresto, ha affermato la prova della difficoltà a muoversi in una materia che spunta forti tensioni politiche.
Carola Rakete da ieri è libera dai vincoli domiciliari, ma pende ora su di lei il decreto di allontanamento, firmato ieri sera dal Prefetto, Dario Caputo. Allontanamento che non potrà avvenire se non dopo il 9 luglio, quando Carola Rakete avrà risposto alle domande dell’interrogatorio, rigurado all’ipotesi di reato di immigrazione clandestina, fissato in quella data dall Procura di Agrigento.
E sulla liberazione della capitana Carola Rakete, dure sono state le reazioni del ministro dell’ Interno e vicepremier Salvini, che ha gridato subito a procedere all’espulsione immediata di Rakete. I primi giudizi che Salvini ha avuto sono stati affidati ad una diretta Fb, nella quale ha detto:«Pessimo segnale, signor giudice. Lo abbiamo detto: se qualche giudice vuol fare politica, siamo in democrazia, si toglie la toga e si candida in Parlamento e cambia le leggi che non gli piacciono – proseguendo Salvini affonda – non siamo un Paese civile, se si sovrappongoono magistratura e politica. In questa vicenda non c’è stato solo l’ignorare il divieto di ingresso nelle acque italiane dei ministri Salvini, Toninelli e Trenta, e non si sono ignorate solo le indicazioni della Capitaneria di Porto e della Gurdia Costiera e della GdF, ma si è deliberatamente rischiato di uccidere 5 ragazzi in divisa, italiani che stavano facendo in mare il loro lavoro».
