
Consiglio dei ministri: varato il nuovo pacchetto sicurezza
Il Consiglio dei ministri si è riunito ieri per approvare tre disegni di legge che introducono nuove norme sul tema della sicurezza pubblica. Meloni “Senza sicurezza non c’è libertà”. Piantedosi “Inversione di tendenza storica”.
Ieri, giovedì 16 novembre, il Cdm si è riunito a Palazzo Chigi per approvare nuove regole di sicurezza pubblica, valorizzazione della specificità del Comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico e di funzionalità dell’amministrazione civile dell’interno, riordino delle funzioni e dell’ordinamento della polizia locale, tutela delle forze di polizia e delle vittime dell’usura e dei reati di tipo mafioso.
Tra le novità, oltre a maggiori tutele per le Forze dell’ordine oggetto di lesioni o violenza, c’è anche l’introduzione di un nuovo reato per chi partecipa o organizza rivolte nelle carceri, una stretta alle truffe ai danni di anziani, misure anti accattonaggio e anti borseggio dei minori, e il contrasto all’occupazione abusiva degli immobili, con misure più veloci per sgomberarli dagli occupanti.

Giorgia Meloni
La Premier Giorgia Meloni si è detta “Orgogliosa” dei risultati: “Senza sicurezza non c’è libertà, non c’è protezione sociale, non c’è crescita economica“.
Vediamo più in dettaglio le norme:
Terrorismo: Nuove regole contro il possesso di manuali per la costruzione di armi o esplosivi, in passato più volte sequestrati a estremisti. Ora si prevede, per questo, la reclusione da due a sei anni. Oltre a una norma su possesso, preparazione o uso di “Congegni bellici micidiali di armi da fuoco o di altre armi, di sostanze chimiche, batteriologiche nocive o pericolose, nonché su ogni altra tecnica o metodo per il compimento di atti di violenza ovvero di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, con finalità di terrorismo, anche se rivolti contro uno Stato estero, un’istituzione o un organismo internazionale”.
Occupazioni abusive: Il Governo aumenta le pene contro chi occupa abusivamente degli immobili. La reclusione ora va dai due ai sette anni per chi si “Appropria di un immobile altrui, con artifizi o raggiri, ovvero cede ad altri l’immobile occupato“. Previsto anche il recupero veloce del possesso dell’immobile “Oggetto di occupazione arbitraria“. Prevista la non punibilità per gli occupanti che collaborano e lasciano volontariamente e in breve tempo l’immobile. In casi estremi è prevista la possibilità di far liberare l’immobile direttamente dalle forze di Polizia che hanno ricevuto la denuncia, fermo l’intervento successivo di convalida del pubblico ministero e del giudice.
Accattonaggio e minori: Pena da uno a cinque anni di carcere per chi sfrutta, organizza, induce o favorisce l’accattonaggio di minorenni. Innalzata anche da 14 a 16 anni l’età dei minori in oggetto. Pene più pesanti anche se chi sfrutta i minori “Se ne avvalga o comunque lo favorisca a fini di profitto“. In tal caso la reclusione sale da 2 a 6 anni. “La pena è aumentata da un terzo alla metà” si legge nel testo del Cdm” se il fatto è commesso con violenza o minaccia o nei confronti di persona minore di anni 16 o comunque non imputabile“.
Anti borseggio: Il Questore potrà imporre il divieto di accesso nelle stazioni ferroviarie, nei porti e nelle metropolitane ai soggetti già denunciati o condannati per furto e borseggio commessi negli stessi luoghi. Inoltre il giudice, anche nei casi in cui la legge consenta la sospensione condizionale della pena, dovrà comunque proibire l’accesso a tali luoghi.
Rinvio pena per donne in gravidanza: Diventa facoltativo il rinvio della pena per le madri con figli fino a un anno d’età e per le donne in gravidanza. Ma l’esecuzione della pena dovrà comunque avvenire non più nelle carceri ordinarie, bensì presso gli istituti a custodia attenuata. L’obiettivo, come dichiara il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è evitare “Il fenomeno dell’uso della condizione di maternità come esimente in caso di commissione di reato: si pensi ai casi delle borseggiatrici nelle infrastrutture di trasporto“.
Violenza contro le Forze dell’ordine: Nel caso di reati di violenza o minaccia commessi nei confronti di un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza, la pena è aumentata di un terzo. Se l’agente è anche vittima di lesioni c’è la reclusione da due a cinque anni. In caso di lesioni gravi o gravissime, la pena è, rispettivamente, reclusione da quattro a 10 anni e da otto a 16 anni.
Truffe agli anziani: Previste aggravanti per chi truffa gli anziani, con un aumento della reclusione fino a 2 o 6 anni (Dai precedenti 1 o 5 anni). Introdotta anche una multa dai 700 ai 3mila euro, che consente così l’applicazione della misura cautelare in carcere.
Rivolte in carcere: introdotto reato per punire chi partecipa a una rivolta in carcere (O in un Cpr) o la organizza. La pena è da 1 a 5 anni per chi partecipa e da 2 a 8 anni per chi la organizza. Aggravanti fino a 10 anni per l’uso di armi, e fino a 20 anni se, nel corso della rivolta, qualcuno dovesse riportare lesioni o essere ucciso.
Sanzioni per chi non rispetta l’alt: Sale da 100 a 400 euro (Dai precedenti 87-344 euro) la multa per chi, fermato dalle Forze dell’ordine, rifiuta di esibire i documenti di guida o far ispezionare il veicolo. Sanzione da 200 a 600 euro per chi invece non rispetta l’invito a fermarsi. Per chi entro due anni risultasse recidivo scatta anche la sospensione della patente fino ad un mese. Per chi viola un posto di blocco, infine, prevista multa dai 1.500 ai 6mila euro, oltre alla sospensione della patente da 3 mesi a un anno.

Matteo Piantedosi
Parlando delle norme che riguardano la sicurezza delle Forze dell’ordine, Matteo Piantedosi ha dichiarato: “Stiamo facendo in modo che ci sia una inversione di tendenza storica che si è determinata negli anni rispetto al depauperamento degli organici del personale e del suo ringiovanimento. Per troppi anni la questione degli organici delle forze di polizia è stato visto come un fattore di spesa, noi lo abbiamo reso un fattore d’investimento”.
Il ministro si è soffermato anche sul recente accordo tra Italia e Albania per la gestione di due centri di accoglienza migranti: “La frontiera marittima è a 12 miglia dalla costa, le nostre strutture di salvataggio fanno ricorrentemente interventi in acque internazionali, anche di competenza Search and rescue di altri Paesi. Questo tema non ci preoccupa rispetto all’applicazione del protocollo perché già il grosso dei nostri interventi avviene in acque internazionali. In tal senso, ci atterremo (Alle indicazioni europee, ndr) Peraltro pervenute in maniera informale“.