
Dopo il trionfo elettorale di Salvini, il premier Conte afferma:” Di Maio si adegui alla Lega, io non vado al massacro”
L'analisi politica del presidente del Consiglio dopo la vittoria riportata da Salvini è chiara, il Governo del cambiamento passa ora alla guida di Salvini. Lega e FDI avrebbero già i numeri per governare da soli. In Grecia intanto il Governo attuale si dimette, a metà giugno sono indette le nuove elezioni politiche. E in Italia quanto mancherà per eleggere una nuova coalizione di centrodestra?
Da oggi il prermier Giuseppe Conte è un premier a rischio, perché ora diventa un facile bersaglio alla luce dei dati che vengono dalle elezioni europee. Il risultato uscito dalle urne, infatti, ribalta completamente i rapporti di forza tra le due leadership che guidano il suo governo. La Lega di Matteo Salvini trionfa stravincendo la tornata elettorale, il M5s di Luigi Di Maio no. Il movimento pentastellato è il grande sconfitto, oltre ogni più plumbea previsione. Il M5S viene infatti scavalcato dal Pd e sembra destinato a finire oramai sotto la soglia del 18/17%. Uno scenario che rischia seriamente di far implodere tutte le conflittualità che hanno contraddistinto in questi ultimi mesi l’esecutivo. Ne è cosciente infatti Conte. “Se Di Maio non saprà adeguarsi ai nuovi equilibri, non farà altro – confidava in privato ai suoi ieri notte – che dare a Salvini il pretesto per rompere. Io, per quanto mi riguarda, non ho alcuna intenzione di farmi massacrare”.
È evidente che da oggi il governo del ‘cambiamento’ diventa nei fatti a guida Salvini. E stando così le cose, Di Maio non può più obiettare che il suo partito ha la maggioranza in Consiglio dei ministri, dato ormai solo numerico e di poco peso politico. Salvini presenterà subito il conto al M5S sui dossier chiave a lui cari: flat tax, decreto sicurezza bis, autonomia e Tav? Salvini ha dichiarato che i suoi alleati continuano a rimanere i suoi amici, ma questi temi stanno così a cuore al vincitore Salvini, che se non si raggiungesse l’intesa potrebbero far rompere questa amicizia? Su questi temi nelle prossime settimane Palazzo Chigi dovrà pronunciare una parola definitiva e la Lega chiaramente adesso, forte anche della vittoria in Piemonte del candidato del centrodestra Alberto Cirio, non farà forse più alcuno sconto. Ai Cinque Stelle resta la decisione se e fino a che punto converrà a loro chinarsi alle non tante nuove richieste del loro alleato amico, che sono state rimandate dal M5S a dopo le elezioni europee. E ora le elezioni sono passate e la vittoria Salvini l’ha ottenuta.
“Prendo atto che la nostra gente si è astenuta e attende risposte, e noi queste risposte gliele vogliamo dare” ha affermato Luigi Di Maio, intervistato dal Corriere della Sera, durante la notte dello spoglio delle schede elettorali. E il vicepremier stellato aggiunge:” Non nego che è opportuno tornare ad ascoltare chi stavolta ha deciso di restare a casa”. E poi fa una prima se pur timida ammissione:” Non è la prima volta che attraversiamo un momento di difficoltà, sapremo uscirne come sempre” ribadendo Di Maio “ad ogni modo restiamo l’ago della bilancia in questo governo” e certo “la bassa affluenza ci ha penalizzato”.
“Ora cominciamo subito a lavorare” dice inoltre Di Maio assicurando che “il governo va avanti, perché continua ad avere ampiamente i numeri e c’è ancora tanto da fare. Non cambierà nulla. Noi siamo pronti a un tavolo sul salario minimo e la flat tax”. Quindi Di Maio aggiunge:” Poi c’è il decreto sicurezza con le migliorie apportate e una legge che vincoli il miliardo del reddito agli aiuti alle famiglie”. “Nessun rimpasto” di governo, tiene quindi a precisare il vicepremier stellato “non avrebbe senso”. Quanto al Movimento Di Maio preannuncia novità nelle prossime settimane per curare la malattia che sembra averlo colpito. “Ci sarà uno scatto in avanti sull’organizzazione, saranno individuati dei responsabili specifici di area e un centro di coordinamento più capillare nelle Regioni e nei Comuni”.
Ma per Salvini da oggi perdono di forza le sue obiezioni e prudenze davanti alle perplessità di molti big all’interno della Lega, che da mesi gli chiedono di mettere fine all’alleanza con il M5s, tornando alle urne. Forte della vittoria, Matteo Salvini o riesce a capitalizzare in termini di riforme oppure dovrà cedere presto di fronte al pressing che gli arriva dagli altri che lo sostengono nel suo partito. Insomma adesso per Salvini si presenta un dilemma se portare a casa subito la flat tax, il decreto sicurezza bis, l’autonomia e Tav oppure se sia meglio tornare subito alle urne, dando vita ad una vera maggioranza di centrodestra.
Dalle proiezioni Forza Italia si assesta intorno al 9% e Fratelli d’Italia al 6,5%. Tutta la coalizione la cui leadership a questo punto è saldamente nelle mani di Salvini, si attesterebbe quindi intorno al 45%. Dati assolutamente da non sottovalutare con Lega e FDI che accarezzano la tentazione di essere autonomi. Ma i governi è vero che si fanno con i voti delle politiche e non con quelli delle elezioni europee, ma la tentazione di provare nascerebbe spontanea adesso per tutti coloro che si identificano in Italia nella destra. Sta accadendo già in Grecia dopo l’esito negativo delle europee che costringe il governo a dimettersi e andare alle urne forse già a metà giugno.
