
Elezioni Ue – Salvini e i sovranisti europei: accordo vicino?
Proseguono senza sosta le trattative del segretario della Lega in vista delle elezioni europee. All’orizzonte una riunione a Milano con gli alleati europei del Carroccio.
Sebbene manchino esattamente 58 giorni alle elezioni per il rinnovo dei membri del parlamento europeo, con una piccola parentesi dettata dalle elezioni regionali in Piemonte, fervono gli incontri, i contatti e le ricerche di alleanze in vista della costituzione dei futuri gruppi che ridisegneranno la geografia politica dell’emiciclo di Strasburgo. Il più attivo in queste ore sembra essere il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, che, in un colloquio con “La Stampa”, ha annunciato che è in via di definizione nei prossimi giorni una riunione politica a Milano con tutte le anime politiche “sovraniste” del Vecchio Continente “per proporre una riforma dell’Unione”. L’auspicio del leader del Carroccio, che non ha anticipato nulla circa i protagonisti di questo incontro e dei specifici temi di discussione, è che dalle urne esca un risultato di importanti proporzioni che renda non più forte, numericamente e politicamente, la presenza dell’ala popolare e socialista nel parlamento per dar vita così a nuovi equilibri interni e avere maggiore peso politico e potere contrattuale sulle future politiche in materia di flessibilità di bilancio e di gestione dei flussi migratori. Proprio il tema dell’immigrazione sembra accomunare la maggior parte dei soggetti che chiedono a gran voce una riforma radicale dell’Ue con proprio Salvini reduce dal voto favorevole al Senato sulla richiesta di rinvio a giudizio per il caso della nave Diciotti, voto avvenuto non senza malumori e dissidi all’interno dell’alleato pentastellato di Governo. L’appuntamento elettorale di maggio è considerato da tutti gli osservatori come un vero e proprio spartiacque politico-culturale per il futuro non solo degli equilibri politici italiani ma soprattutto per quelli di una istituzione che finora ha conosciuto solo un bipolarismo tra popolari e socialisti incarnati principalmente nel Ppe e nel Pse. Per questo motivo in ambito italiano continuano i rumors che vedrebbero Salvini e Meloni in continuo contatto per la costituzione di una lista a quattro mani, e forse con i simboli dei due partiti e l’apposizione dei nomi dei loro rispettivi leader, che possa accreditarsi come il vero polo sovranista italiano ma qualora non ci dovessero essere i presupposti, in termini politici e di accordi sulla ripartizione delle candidature nelle liste da dislocare sui territori, sembra comunque molto probabile una alleanza almeno post voto in un futuro “gruppo sovranista” europeo tra Lega e Fratelli d’Italia. Una operazione questa che da più parti è vista anche non solo finalizzata al traguardo di breve termine di maggio ma come propedeutica ad un’azione, lenta ma graduale, di allontanamento della Lega dal M5S per cercare di creare una nuova alternativa di maggioranza con appunto all’interno Fratelli d’Italia ed eventualmente pezzi di Forza Italia che potrebbero lasciare la corte berlusconiana in caso di risultato negativo del partito a maggio e conseguente scaricamento del partito. Oltre confine invece continuano a rincorrersi le indiscrezioni su quali possano essere gli identikit dei possibili compagni di viaggio della Lega nella scalata alla conquista dell’Europa e rivoluzionarne così lo scacchiere politico. Dato per scontato l’accordo con il Rassemblement National, ex Front National, guidato da Marine Le Pen sembrano molto alte le quotazioni che vedono il Carroccio accordarsi con il Partito per la Libertà dell’olandese Wilders mentre potrebbero essere della partita anche movimenti e gruppi indipendentisti di provenienza tedesca, polacca, belga oltre che alcuni Paesi facenti parte della famosa alleanza culturale e politica di quattro paesi dell’Europa centrale conosciuto come gruppo di Visegrad. Il tutto, senza dimenticare che, con la pressoché certa uscita di scena del Regno Unito in programma il prossimo 12 aprile sono stati parzialmente ridistribuiti i 76 seggi inglesi con l’Italia che acquisirebbe tre seggi in più, passando da 73 a 76, così come l’Olanda mentre sono Spagna e Francia i territori a beneficiare di più della Brexit con l’ottenimento di ulteriori cinque europarlamentari. Nessun ulteriore seggio per l’Ungheria.
