Escalation libica e relazioni dell’Italia con il resto d’Europa

Escalation libica e relazioni dell’Italia con il resto d’Europa

L’escalation libica che coinvolge l’attuale situazione militare del Paese sta divindendo la politica estera. La lotta interna che si protrae dal 2014 vede due governi contendersi il potere del Paese: il primo, appoggiato dalle Nazioni Unite e con sede a Tripoli è il governo nazionale (Gna) guidato dal premier Fayez Serraj; il secondo è il governo con sede a Tobruk e comandato dall’esercito di Haftar.
Il maresciallo Haftar sembra non volersi arrestare e in merito a ciò ha annunciato di volere annettere alle aree già in suo possesso anche l’intera capitale libica in tempi brevi. Dopo essersi impossessato della zona dell’aeroporto internazionale, il piano di conquistare in pochi giorni anche l’intera Tripoli si sarebbe rivelato più arduo rispetto al previsto. Haftar, che avrebbe voluto concludere la propria occupazione prima del 14 aprile (giornata in cui si decideranno le sorti della Libia in una conferenza internazionale che si terrà a Ghadames) dovrà rinunciare per via della controffensiva “Vulcano di rabbia” della stessa città di Tripoli.
Secondo le notizie più certe il governo nazionale godrebbe dell’appoggio delle Nazioni Unite, mentre quello di Haftar sarebbe sostenuto da Russia, Egitto e Arabia Saudita. Tra i due governi, quello che possiede un vero e proprio esercito sarebbe quello di Haftar, il quale negli anni si sarebbe alleato con diverse milizie connesse al vecchio regime di Gheddafi. Il Gna, al contrario, non possiederebbe un vero e proprio esercito, ma si appoggerebbe ad altre milizie, tra cui quella di Misurata.
La critica condizione libica odierna coinvolge anche gli Stati a livello internazionale, tra cui ovviamente l’Italia. Proprio in queste ultime ore il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che l’escalation militare della Libia rappresenta motivo di forte preoccupazione per l’Italia, e che la forte emergenza umanitaria nei territori interessati impone una rapidità di azione non indifferente. I flussi migratori potrebbero infatti diventare sempre più numerosi, ma il premier conferma che l’Italia continuerà a sostenere il Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres e il suo Rappresentante speciale Salamé, contando sul lavoro dell’Ambasciata italiana a Tripoli: «Al momento la nostra Ambascaita a Tripoli resta operativa e a pieno regime. Anche il personale militare italiano presente in Libia non è stato evacuato. I nostri interessi sul terreno sono parimenti tutelati. Monitoriamo naturalmente di ora in ora le condizioni di sicurezza nel Paese».
Anche Di Maio e Salvini si sono pronunciati in merito al problema libico dichiarando che l’obiettivo del governo è quello di proteggere la propria nazione e che né ora né mai supporterà interventi militari di altri Paesi in Libia. Se la Francia dovesse continuare a marciare verso una direzione interventista, di certo non incontrerebbe l’appoggio dell’Italia.

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