Franco Battiato, addio al maestro della musica italiana
Questa mattina l’artista Franco Battiato è deceduto nella sua dimora privata a Milo, in Sicilia. Malato da anni si era ormai allontanato dalle scene pur mantenendo i contatti con i fan, gli amici e qualche collega. La notizia del suo decesso è stata resa nota dalla famiglia, e i funerali si svolgeranno nei prossimi giorni in forma privata, in linea con il carattere schivo e riservato dell’artista.
Considerato ancora oggi un punto di riferimento e una fonte di ispirazione per molti giovani artisti, Battiato nel corso della sua lunga e densa carriera artistica ha incarnato molti ruoli professionali. Scrittore, musicista, cantautore, pittore, regista, senza farsi mancare qualche breve esperienza come attore.
Gentile e ironico per natura, nel corso della sua vita si era anche avvicinato al sufismo e alla meditazione, sia come studioso che come praticante (amava meditare ogni mattina). Esperienze, anche queste, che ha saputo unire alla sua carriera di musicista, creando così un personaggio unico nel panorama della musica italiana.
Nato il 23 marzo del 1945, dopo gli studi si trasferisce prima a Roma e infine a Milano. In questo periodo Battiato ha circa 20 anni, e muove i suoi primi passi nei cabaret del capoluogo lombardo, in particolare nello storico “Club 64”, dove tra l’altro si esibiscono artisti come Enzo Jannacci e Renato Pozzetto. Il suo ruolo è di aprire le serate con due o tre canzoni del suo repertorio siciliano.
Durante una di queste esibizioni incontra Giorgio Gaber, del quale diventerà amico e che si rivelerà fondamentale per la sua carriera futura. Poco dopo, nel 1967, insieme a Gregorio Alicata, anch’esso siciliano, fonderà il duo “Gli ambulanti” e inizia a esibirsi davanti alle scuole. Sono gli anni della contestazione, quelli, e il repertorio di Battiato e Alicata comprende più che altro canzoni di protesta. Sarà proprio l’amico Gaber a vedergli troppo stretto quel ruolo e a proporlo alla casa discografica Ricordi.
Lì la carriera di Battiato decolla, e negli anni successivi l’artista attraversa, sempre con successo, una lunga serie di generi musicali: rock progressivo, avanguardia, musica etnica ed elettronica e l’opera lirica. Per lui la musica è un’espressione culturale, e con questa idea in testa avrà al suo fianco anche molte collaborazioni famose, tra cui Tony Esposito, Fiorella Mannoia, Mango, Claudio Baglioni, Luca Carboni, Gianni Morandi, Massimo Ranieri. Nel 1981 il suo album “La voce del padrone” è il primo in Italia a superare il milione di copie vendute.
Eclettico, si dedica persino alla regia e alla recitazione e, anche se rimane convinto che la vita artistica e le convinzioni politiche debbano rimanere separate (affermerà spesso che un artista non deve essere per forza “Impegnato” né tanto meno “Politicizzato”, attraversa anche una breve esperienza come assessore al turismo della Regione Sicilia, senza volere alcun compenso, e approfitterà di molte interviste per esprimere le sue opinioni politiche.
Di Emiliano Federico Caruso