
Gaza: il piano Paesi arabi/USA per la creazione dello stato di Palestina
Piano in corso tra USA e Paesi arabi per la creazione di uno stato di Palestina. L’immediato rifiuto di Ben Gvir. L’Aiea teme che il conflitto in Medio oriente sfoci nella guerra nucleare.
Un piano dettagliato, con tanto di cronologia dei passi da effettuare, è in corso tra gli Stati uniti d’America e i Paesi arabi suoi alleati. Secondo quanto riportato dal Washington Post, gli USA renderanno ufficiale questo piano entro sei settimane, cercando nel frattempo ulteriore sostegno internazionale per l’iniziativa. Il passo più immediato sarebbe un cessate il fuoco, seguito da accordi e dalla formazione di un Governo palestinese, almeno ad interim, e ulteriori passi graduali per raggiungere un definitivo progetto di pace.
Progetto ormai urgente, dal momento che il numero dei morti nella Striscia di Gaza ha superato le 28mila vittime, al punto che lo stesso Ministro degli esteri, Antonio Tajani, due giorni fa ha dichiarato “A questo punto la reazione di Israele è sproporzionata, ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas” chiedendo poi a Tel Aviv di “evitare rappresaglie contro la popolazione civile palestinese“.
Non è sicuro, anzi è piuttosto improbabile, che Tel Aviv accetti la proposta, considerando che piani simili sono già stati proposti in passato, e includevano delle misure subito rifiutate da Israele, tra cui l’evacuazione degli insediamenti israeliani, un Governo autonomo per Gaza e una capitale palestinese a Gerusalemme est.

Joe Biden
Già qualche settimana fa il presidente americano Joe Biden aveva di nuovo lanciato la proposta dei due stati per superare la crisi in Medio oriente, includendo anche la demilitarizzazione di Hamas, il riconoscimento di uno stato ebraico da parte dei paesi sunniti, il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi.
Benjamin Netanyahu, da parte sua, rifiutò, temendo che uno Stato palestinese diventi una base politica per attaccare Israele, e perché la sua stabilità come presidente dipende molto dalla coalizione di destra, già di suoi contraria a tali progetti.

Benjamin Netanyahu
Tra l’altro Biden, due settimane fa, impose anche una serie di sanzioni contro alcuni coloni israeliani nella West Bank, accusati di aver aggredito dei palestinesi. Un’azione, quella del presidente USA, che gli attirò subito l’immancabile accusa di antisemitismo da parte di Bezalel Smotrich, Ministro delle finanze di Tel Aviv.

Itamar Ben Gvir
Tornando alla recente proposta di USA/Paesi arabi, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir ha subito reagito con rabbia: “L’intenzione degli Stati Uniti, insieme agli Stati arabi, di creare uno Stato terroristico accanto allo Stato di Israele è delirante e fa parte della concezione sbagliata che dall’altra parte ci sia un partner per la pace. Dopo il 7 ottobre è più chiaro che mai che è vietato dare loro uno Stato. Finché saremo al governo, non verrà creato nessuno Stato palestinese“.

Rafael Mariano Grossi
C’è anche chi teme che il conflitto possa sfociare in una guerra nucleare. Rafael Mariano Grossi, capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), considerando l’aumento delle ostilità tra Israele e Hamas e gli attacchi di gruppi alleati iraniani contro obiettivi statunitensi nella zona, nel corso di un vertice mondiale a Dubai ha dichiarato: “Temiamo che l’attuale conflitto in Medio Oriente si espanda e raggiunga dimensioni nucleari”.
Grossi chiede quindi a Teheran di collaborare con l’Aiea per quanto riguarda le sue capacità nucleari, sottolineando che il Paese “non è del tutto trasparente” sul suo programma e le sue scorte atomiche. “Naturalmente questo aumenta i pericoli”, conclude, mettendo in guardia contro “chiacchiere libere sulle armi nucleari”.