Hamas-Israele: ultimi aggiornamenti

Hamas-Israele: ultimi aggiornamenti

Convoglio umanitario entra a Gaza. Giorgia Meloni sostiene la soluzione del “Due popoli, due stati”. L’Iran teme di essere incolpato del conflitto, mentre Tel Aviv nega il visto ai funzionari Onu dopo le dichiarazioni di Guterres e ordina lo spostamento di un milione di palestinesi verso il sud di Gaza.

Un convoglio di aiuti umanitari destinati alla striscia di Gaza è riuscito a passare questa mattina nel valico di Rafah (Più volte bombardato dall’inizio del conflitto). La UNRWA (The United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) e la Mezzaluna palestinese hanno ricevuto gli aiuti. Lo ha confermato Khaled Zayed, capo della Mezzaluna Rossa egiziana nel Sinai del Nord, che ha anche sottolineato che si tratta del quarto convoglio con medicinali, acqua e latte in polvere. Tali aiuti avrebbero dovuto essere consegnati già ieri, ma il passaggio dei camion ha tardato per i controlli a El-Aouga, il valico commerciale tra Egitto e Israele da cui poi i mezzi tornano al valico di Rafah.

Nel frattempo la Premier italiana Giorgia Meloni torna a proporre la soluzione dei “Due popoli, due stati”, in verità già suggerita da decenni, senza risultati, da più parti. “Sono personalmente impegnata in una fitta rete di contatti e incontri, così come il ministro degli Esteri, per continuare a incoraggiare i partner arabi, e le altre parti interessate, a svolgere un ruolo costruttivo per evitare un ulteriore allargamento del conflitto”, ha dichiarato infatti la leader di Fratelli d’Italia, “In tutti i contesti, e con tutti gli interlocutori, ho sottolineato l’importanza di contribuire alla de-escalation del conflitto e riprendere quanto prima un’iniziativa politica per la regione, non solo per risolvere l’attuale crisi ma per arrivare ad una soluzione strutturale sulla base della prospettiva ‘due popoli, due Stati’. Prospettiva che deve avere come presupposto, da parte di tutti gli attori presenti nella regione, il riconoscimento all’esistenza e alla sicurezza dello Stato d’Israele. Su questo, c’è totale convergenza di vedute e di intenti tra gli Stati Membri della Ue“.

Taysir Mubasher

Da parte sua Israele ha annunciato di aver ucciso un comandante di Hamas nel corso di uno dei numerosi bombardamenti su Gaza. Si tratterebbe di Taysir Mubasher, già a capo dell’unità navale di Hamas, esperto nella fabbricazione di armamenti e considerato, secondo i Servizi di Tel Aviv, vicino a Mohammed Deif, a sua volta ritenuto responsabile dell’attacco su Israele del 7 ottobre scorso.

A proposito di responsabilità, l’Iran teme di essere considerato responsabile del conflitto tra Israele e Hamas. “Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha tentato di incolpare erroneamente l’Iran per il conflitto in corso a Gaza ma respingiamo categoricamente le accuse in quanto prive di fondamento” dichiara infatti Saeed Iravani, ambasciatore della Repubblica islamica presso le Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, “Gli Usa hanno ulteriormente esasperato il conflitto allineandosi apertamente con l’aggressore a scapito della popolazione palestinese innocente“, ha poi concluso Iravani.

Antony Blinken

Israele, inoltre, ha deciso di negare i visti agli ambasciatori Onu, in seguito alle recenti dichiarazioni di Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni unite. Di recente Guterres, nel corso di una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu dedicata alla crisi in Medio Oriente, ha affermato infatti che l’attacco del 7 ottobre di Hamas è stato provocato dal fatto che “I palestinesi sono stati sottoposti a 56 anni di soffocante occupazione“.

In seguito a tale dichiarazione, l’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, ha chiesto le dimissioni di Guterres: “Il segretario generale dell’Onu, che dimostra comprensione per la campagna di uccisioni di massa di bambini, donne e anziani non è adatto a guidare l’Onu. Chiedo si dimetta immediatamente“.

Antonio Guterres

Per l’ambasciatore israeliano “Non c’è giustificazione o senso nel parlare con coloro che dimostrano compassione per le atrocità più terribili commesse contro i cittadini di Israele e gli ebrei. Semplicemente non ci sono parole” e ha aggiunto che Tel Aviv negherà il visto di ingresso a funzionari delle Nazioni Unite, “Viste le sue parole (Di Guterres, ndr) negheremo il rilascio dei visti ai rappresentanti dell’Onu. Del resto abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario per gli affari umanitari Martin Griffiths. È arrivato il tempo di dare loro una lezione“.

La Striscia di Gaza

A proposito di morti causati dal conflitto, spostiamoci sul fronte di Gaza. Dall’inizio del conflitto, nella Striscia sono stati uccise dai raid israeliani 5.087 persone, di cui 2.055 bambini, mentre altre 15.273 sono rimaste ferite. Tel Aviv, il cui esercito sta aumentando i radi in vista di un ulteriore assalto via terra, ha nel frattempo ha esortato i residenti del nord del territorio palestinese assediato, circa un milione di persone su una popolazione totale di circa 2,8 milioni, a spostarsi verso il sud della Striscia, affermando di voler colpire il nord di Gaza City per distruggere un presunto centro operativo di Hamas.

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