
Mafia, 5 fermi a Palermo. In manette anche il conduttore tv Antonello Nicosia
Secondo gli inquirenti il membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani avrebbe fatto da tramite tra i capimafia in carcere ed i clan. Nelle intercettazioni rese pubbliche definiva Messina Denaro "il nostro premier" ed insultava Giovanni Falcone
Cinque persone sono state fermate questa mattina dalla Procura di Palermo accusate a vario titolo di associazione mafiosa e favoreggiamento. Nel mirino è finita la cosca di Sciacca. Tra gli arrestati ci sono infatti il capomafia Accursio Dimino e Antonello Nicosia, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani, impegnato in battaglie per i diritti dei detenuti.
Secondo l’accusa il celebre conduttore tv di Mezz’ora d’aria avrebbe incontrato diversi boss detenuti ed avrebbe fatto da tramite per portare all’esterno messaggi ed ordini. Ad incastrarlo ci sono delle intercettazioni telefoniche, rese pubbliche, nelle quali, non solo insultava Giovanni Falcone definendo il suo assassinio “un incidente sul lavoro”, ma parlando anche di Matteo Messina Denaro, ritenuto il capo di Cosa nostra, come “il nostro Primo ministro”.
Secondo gli inquirenti Nicosia, “un organico alla mafia di Sciacca” ha partecipato a una riunione riservata a Porto Empedocle con due pregiudicati nella quale si parlava di una somma di denaro da destinare proprio al capo di Cosa nostra. Per conto di Messina Denaro, Nicosia si stava anche prodigando per “la realizzazione di un non meglio delineato progetto nel settore carcerario” di immediato interesse del Boss.
Secondo quanto appurato dalla Procura, Nicosia ha avuto accesso alle carceri di Sciacca, Agrigento, Trapani e Tolmezzo.