
Meloni per la pacificazione, “Fascismo poteva dire no a Nazismo, non mai antisemiti e razzisti”.
"Le parole di Fdi sono state durissime sull'antisemitismo, nella mia parte politica non ci può essere spazio per il razzismo e l'antisemitismo", taglia corto, spiegando come "la nostra nazione non nasce su basi etniche, ma sul principio della cittadinanza romana". L'invito finale va nella direzione della pacificazione nazionale, in quell'opera incompiuta nella "nostra Repubblica" che "nasce su una guerra civile, si è scelto di investire su quello che ci divideva, non su quello che univa". "Noi prima di essere di destra e sinistra siamo italiani, dobbiamo provare a esaltare ciò che unisce, piuttosto che ciò che divide".
Da quando è nato Fdi, nel 2013, Giorgia Meloni ha più volte fatto sentire la sua voce sul tema del fascismo e delle contrapposizioni politiche che abitano la Repubblica dalla sua nascita. Non sono mancate polemiche, accuse, ripicche, con il suo partito sotto attacco da parte di Anpi, sinistra e giornali, che non perdonano alla leader di Fratelli d’Italia la fiamma nel simbolo. Oggi la leader di Fdi coglie l’occasione della presentazione del libro di Virman Cusenza, ‘Giocatori d’azzardo’, edito da Mondadori, presso il Tempio di Adriano, a Roma, dove l’ex direttore del Messaggero ripercorre la vicenda dell’avvocato bresciano, antifascista e socialista Enzo Paroli, che alla fine della guerra accettò di difendere Teresio Interlandi, uno dei giornalisti più vicini a Benito Mussolini, ospitandone la famiglia nella sua casa. “L’onestà intellettuale di questi tempi è una cosa rara, porta con se enormi interrogativi, il tema della pietas della nostra civiltà” è importante “perché pietas non è tradire se stessi, la pietas è atto di forza. Una persona che sta dalla parte sbagliata della storia merita un processo giusto? Gli errori che si fanno possono portarci a venir meno ai nostri principi? Sono domande che si possono fare…”, argomenta Meloni, prendendo spunto dalle parole dell’ex presidente della Camera, Luciano Violante (“sottolineo anche il tema del rispetto”, ha detto parlando dello scontro politico) e del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano. Poi non si tira indietro sulle responsabilità del fascismo: “Io penso – dice – che chi sostiene che l’Italia non aveva le forze di opporsi ai nazisti dice il falso, la Bulgaria lo fece, si poteva fare e non si è fatto”. Il riferimento è alle leggi razziali e alle persecuzioni degli ebrei voluta dal regime del duce.
Sul passato è netta: nel presente, il suo partito non può avere esitazioni. “Le parole di Fdi sono state durissime sull’antisemitismo, nella mia parte politica non ci può essere spazio per il razzismo e l’antisemitismo”, taglia corto, spiegando come “la nostra nazione non nasce su basi etniche, ma sul principio della cittadinanza romana”. L’invito finale va nella direzione della pacificazione nazionale, in quell’opera incompiuta nella “nostra Repubblica” che “nasce su una guerra civile, si è scelto di investire su quello che ci divideva, non su quello che univa”. “Noi prima di essere di destra e sinistra siamo italiani, dobbiamo provare a esaltare ciò che unisce, piuttosto che ciò che divide”.
