
Premio Strega 2019: vince Antonio Scurati con il romanzo storico su Mussolini
Lo scrittore ha trionfato nella 73esima edizione della kermesse con 228 preferenze, battendo così Benedetta Cibrario, Marco Missiroli, Claudia Durastanti e Nadia Terranova
I giudici non hanno avuto dubbi su chi dovesse vincere la 73esima edizione del prestigioso Premio Strega: Antonio Scurati ha trionfato con ben 228 voti, proponendo il primo capitolo della sua trilogia sulla figura di Benito Mussolini. Il 50enne scrittore napoletano si è imposto sugli altri quattro finalisti, rispettivamente Benedetta Cibrario con Il rumore del mondo (Mondadori), giudicata con 127 voti favorevoli, Marco Missiroli con il suo Fedeltà (Einaudi) e 91 voti, Claudia Durastanti con La straniera (La nave di Teseo) e 63 voti, infine al quinto posto Nadia Terranova con Addio fantasmi, 47 voti.
Il verdetto è stato espresso, come ogni anno, nell’ambito della cerimonia presso il Ninfeo di Villa Giulia a Roma, un evento presentato in diretta su Raitre alle 23 di ieri notte: fra gli ospiti più importanti erano presenti l’ex ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, il vincitore dell’edizione 2015 Nicola Lagioia, il presidente dell’Aie Ricardo Franco Levi, gli scrittori Dacia Maraini e Corrado Augias.
A condurre la serata Pino Strabili, che con Piera Degli Antoni ha approfondito i rapporti fra letteratura e cinema, teatro e televisione.
Nella giuria – presieduta da Helena Janeczek, la vincitrice dell’edizione 2018 grazie a La ragazza con la Leica (Guanda) – hanno votato complessivamente in 556 su 660, preferendo un autore che non è certo nuovo a questo grande agone letterario: Scurati si era classificato al secondo posto nel 2009, mentre nel 2014 era stato sconfitto per soli 5 punti.
“M. il figlio del secolo”
L’opera di Scurati era certamente la favorita al momento della scelta finale (nonostante la giovane Claudia Durastanti si fosse aggiudicata, con 241 voti, lo Strega Off, la serata speciale del 3 luglio al Giardino di Monk di Roma).
Si tratta di un testo monumentale (ben 800 pagine), di ricostruzione del primo periodo fascista – “M” sta proprio per “Mussolini” – ottenuta attraverso una documentazione storica accurata e fedele agli avvenimenti dal 1919 in poi.
Il romanzo inizia quindi il 23 marzo 1919 – giorno in cui furono fondati i Fasci italiani di combattimento – e arriva al 3 gennaio 1925, data del discorso con cui inizia ufficialmente la dittatura in Italia.

Sopra: la copertina del libro.
L’autore ha precisato che si tratta del primo capitolo di una trilogia sul tema, affermando al riguardo: “Ho voluto raccontare la nostra storia in forma di romanzo perché il romanzo è un genere popolare, democratico: ho ritenuto che questo fosse il momento giusto per far sapere a una platea più vasta possibile le brutalità e le violenze del fascismo”.
Scurati ha rilasciato tale dichiarazione solo diverse ore più tardi rispetto alla vittoria – quando è stato proclamato vincitore era decisamente in preda all’emozione del momento – precisando che ancora troppo spesso c’è chi nega la brutalità dimostrata dal regime soprattutto durante i primi anni della sua affermazione.
Il Premio Strega
Si tratta del più ambito riconoscimento letterario del nostro paese, istituito nel 1947 da Maria Bellonci e Guido Alberti proprietario del celebre liquore “Strega” di Benevento (da cui il nome).
È stato precedentemente vinto da personalità del calibro di Cesare Pavese, Elsa Morante, Primo Levi e Umberto Eco. Si riferisce a opere pubblicate in Italia fra il 1° aprile dell’anno precedente e il 31 marzo di quello in corso, e la sua fama è riconosciuta all’unanimità in Europa e nel resto del mondo.
La giuria, oltre a includere gli ex vincitori, è presieduta da 660 giurati fra cui 400 “Amici della domenica”, 200 votanti all’estero selezionati da istituti italiani di cultura, 40 lettori scelti da 20 librerie associate all’Ali e 20 voti collettivi.
Nel caso di quest’ultima edizione, è indubbio che sia stato premiato un autore di notevole esperienza, meritevole dal punto di vista linguistico e anche in grado di condurre (nonché realizzare), una ricerca storica di grande valore su alcune delle pagine più note del nostro passato.
