Processo Fenapi: Cateno De Luca assolto

Oggi la sentenza di assoluzione nel processo Fenapi al sindaco di Messina, Cateno De Luca, per una presunta evasione fiscale, che iniziò cinque anni fa con il suo arresto pochi giorni dopo l’elezione a deputato per la Regione Sicilia.

 

Assolto perché il fatto non sussiste”, questa la sentenza del giudice Simona Monforte alla seduta del processo di primo grado iniziato questa mattina alle 10 al tribunale di Messina. Il fatto riguardava una presunta evasione fiscale dal 2009 al 2012 di un milione e 750 mila euro denunciata dalla Guardia di Finanza in seguito alle indagini sul Caf Fenapi, creato nel 1992 da Cateno De Luca, sindaco di Messina dal giugno del 2018.
Le accuse per il sindaco erano di associazione per delinquere, falsi ideologici in atto pubblico, riciclaggio, frode fiscale e delitti tributari per la gestione del patronato Fenapi, che portarono al suo arresto l’8 novembre del 2017, pochi giorni dopo la sua rielezione a deputato dell’Ars (Assemblea regionale siciliana).

Quella di oggi è la conclusione di un processo che va avanti da luglio del 2018, quando il Gip Simona Finocchiaro escluse per de Luca i reati di associazione a delinquere e di evasione fiscale.
A maggio dell’anno seguente i giudici confermarono il non luogo a procedere per il reato di associazione a delinquere, disponendo però il rinvio a giudizio per gli altri due capi di imputazione di evasione fiscale. Il 2 dicembre scorso si sarebbe concluso il processo, ma il giudice Monforte rinviò l’udienza ad oggi per permettere eventuali repliche e per la sentenza finale. Il Pm Francesco Mascara, all’epoca, chiese per De Luca una condanna a tre anni, dal momento che lo riteneva a capo delle presunte operazioni illegali effettuate nell’ambito del Caf Fenapi.

Come ci si sente la notte prima che venga emessa una sentenza che potrebbe cambiare la tua vita? Non lo auguro neanche al peggior nemico!” ha affermato De Luca su Facebook prima del processo di oggi. Il sindaco, commosso alla lettura della sentenza, ha subito dichiarato “Alla fine per chi ha la coscienza a posto la giustizia arriva. Io sono stato arrestato, su di me è stata ipotizzata un’associazione a delinquere. Un’indagine iniziata nel 2010, otto fascicoli aperti. Questa è la conclusione del diciottesimo processo. Secondo voi non ho motivi per essere arrabbiato? Dodici anni nel tritacarne, una vita di sacrifici buttata per difendermi e io ho avuto la possibilità di poterlo fare. Ringrazio questo tribunale dove ho trovato giustizia. Sono stato un perseguitato dalla Procura di questo palazzo, ho trovato un giudice che ha letto con obiettività i documenti. Anche questa volta non sono riusciti a incastrarmi. Ma hanno attaccato 1.500 famiglie, che hanno rischiato. Sono felice per loro, per la comunità Fenapi. Questa assoluzione è dedicata anche a loro. Vado avanti a testa alta, la giustizia arriva“.

Voglio ringraziare i messinesi perché mi hanno eletto nonostante sette mesi prima avevo subito l’arresto. Questo è importante, mi ha colpito e oggi è l’occasione per dire veramente grazie ai messinesi” ha continuato De Luca “Secondo quelle che erano le regole del pregiudizio, della doppia morale, dovevo stare fuori dal mondo politico già dal 27 giugno 2011 (all’epoca era sindaco di Fiumedinisi, ndr), quando ho subito il primo arresto. Con questa logica per dieci anni dovevo ritirarmi e aspettare giustizia. E forse, se mi fossi ritirato prima forse non avrei subito neanche il secondo arresto. Di questo ne sono certo. Ma io ero certo delle mie verità che poi sarebbero diventate verità processuale. La mia storia dovrebbe servire come esempio e portare a ripensare la Severino. Penso al mio collega di Reggio Calabria e altri sindaci che magari in primo grado vengono condannati e poi in secondo grado si vedono ribaltare la sentenza ma nel frattempo tu sei fuori. Non esiste! Uno Stato degno di questo nome non può anticipare la condanna per chi fa politica con una doppia condanna“.

Ora il sindaco di Messina annuncia azioni disciplinari, civili e penali per danni materiali, politici e morali nei confronti dei magistrati, oltre alla produzione di un dossier all’Ispettorato del Ministero della Giustizia nei confronti di pubblici ministeri e giudici.

Oltre a Cateno De Luca e al suo collaboratore Carmelo Satta sono stati assolti tutti gli altri imputati: l’ex sindaco di S. Teresa di Riva Antonino Bartolotta, il commercialista Giuseppe Ciatto, Cristina e Floretana Triolo, due collaboratrici di De Luca, il responsabile dell’area fiscale del Caf Fenapi Francesco Vito, il rappresentante legale della Fenapi Carmelina Cassaniti e Fabio Nicita, vicepresidente del Cda della Fenapi.

 

 

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