Roberto Saviano condannato per plagio e costretto ad aumentare il risarcimento. La Cassazione “Troppo pochi seimila euro”

La Cassazione accoglie il ricorso di Libra Editrice, annulla la precedente sentenza, e chiede di aumentare allo scrittore il risarcimento per il plagio di tre articoli pubblicati sul libro Gomorra.

Troppo basso il risarcimento di seimila euro con cui la Corte d’appello nel 2016 aveva ridotto di dieci volte (dai 60mila euro iniziali) per i tre pezzi di cronaca, tratti da “Cronache di Napoli” e il “Corriere di Caserta”, di Libra Editrice, citati in “Gomorra” di Saviano, così i giudici l’hanno ora annullato con rinvio, chiedendo di ricalcolare la somma in base al successo ottenuto dal libro.

Secondo la sentenza recente, la 39712, il giudice era incorso in una “Falsa applicazione dell’art. 158 legge sul diritto d’autore laddove ha escluso l’applicazione del criterio risarcitorio preferenziale del lucro cessante indicato dalla legge, ossia con equo apprezzamento delle circostanze del caso, anche tenuto conto degli utili realizzati in violazione del diritto, per adottare il criterio del prezzo del consenso”.

In quel “Anche tenuto conto degli utili realizzati in violazione del diritto” sta la motivazione della nuova sentenza, e Libra Editrice, dichiara la Corte, ha sottolineato proprio gli utili ricavati da Saviano e da Mondadori, editrice di Gomorra.

Una scena della serie Tv “Gomorra”

Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra” è stato il primo libro scritto da Saviano e pubblicato nel 2006. Fu subito un enorme successo editoriale, tale da essere tradotto in 52 paesi, ne venne realizzata anche una versione cinematografica di Matteo Garrone nel 2008 e due fortunate serie Tv nel 2014 e 2019. Silvio Berlusconi, all’epoca Presidente del Consiglio, accusò il libro di fare troppa pubblicità ai clan criminali, danneggiando l’immagine dell’Italia, anche se l’intento dello scrittore era completamente opposto.

Saviano, che scrisse il libro basandosi su indagini della Polizia, atti processuali e in parte su esperienze in prima persona, incorporò nel libro anche i tre articoli citati, riportandoli testualmente e violando così i diritti d’autore.

Ora la nuova sezione della Corte d’appello di Napoli ha ammesso come inammissibile il ricorso degli avvocati dello scrittore e di Mondadori (Luigi Carlo Ubertazzi, Benedetta Carla Angela Maria Ubertazzi, Vincenzo Sinisi e Claudio Marcello Leonelli), e ha dichiarato che è impossibile non tenere conto del fatto che “Gli articoli in questione sono stati riprodotti e utilizzati nel loro valore d’uso, seppure nel contesto di un’opera molto più ampia, e hanno inoltre riscosso, sia pure in quel modo e in quelle forme, un grande successo”.

Secondo i giudici, appellandosi al diritto europeo, questa storia “Esige un risarcimento effettivo e proporzionalmente adeguato, calibrato su di una accurata considerazione di tutti gli elementi specifici e pertinenti del caso, tra i quali (…) i benefici realizzati illegalmente dall’autore della violazione“. Gli utili realizzati da Saviano e da Mondadori sono infatti “Un criterio fondamentale nella liquidazione completa ed effettiva del danno“.

 

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