L’ex poliziotto Carmine Gallo morto ai domiciliari

L’ex poliziotto Carmine Gallo morto ai domiciliari

L’ex poliziotto Carmine Gallo, ai domiciliari per il caso Equalize, è morto di infarto all’età di 66 anni. Stava lavorando a un memoriale. Disposti gli esami tossicologici

Carmine Gallo è deceduto per infarto nella sua casa nel Milanese, dove era ai domiciliari nell’ambito di un’indagine su una presunte rete di spie informatiche che ruotava intorno alla Equalize di Enrico Pazzali, l’ex presidente (sospeso) di Fondazione fiera.

Più in dettaglio: l’ex poliziotto era stato coinvolto in un’indagine della Dea della Dna, riguardo un suo presunto ruolo a capo di una rete di Acker che avrebbe portato avanti una vasta attività di dossieraggio che monitorava molte persone, incluse alte cariche dello Stato e politici. Nell’ipotesi dell’accusa avrebbe anche retribuito alcuni nomi delle Forze dell’ordine in modo da accedere a informazioni riservate delle banche dati, per poi stilare dei dossier da cedere a facoltosi clienti. Ricordiamo che va tutto letto al considerato al condizionale, dal momento che sussiste ancora la presunzione di innocenza e Gallo avrebbe avuto tra dieci giorni un’udienza in tribunale proprio per queste accuse, convocato dal Pm Francesco De Tommasi.

Saverio Morabito

Non ci sarebbero dubbi che il decesso sia avvenuto per infarto, ma l’autopsia si svolgerà comunque domani o giovedì, disposta dal Pm Giancarla Serafini. Previsti anche gli esami tossicologici, il sequestro del cellulare che Gallo utilizzatva soprattutto per parlare con il suo avvocato, il sequestro del cellulare della moglie, e anche quello del cibo e dei farmaci.

Carmine Gallo ha avuto una carriera trentennale nella Polizia: entrato nel 1978 nelle Forze dell’ordine, passò alla Digos specializzandosi nei sequestri di persona e nelle indagini antiterrorismo. Poi come ispettore e dirigente, meritandosi l’appellativo di superpoliziotto grazie alle sue indagini contro vari, pericolosi bosso della ‘Ndrangheta. Si occupò del rapimento di Cesare Casella alla fine degli anni ’80 poi del sequestro di Alessandra Sgarella, l’imprenditrice sequestrata dalla mafia calabrese per nove mesi e poi liberata nelle campagne di Locri l settembre del 1998.

Cesare Casella con la madre

Tra l’altro viene attribuito a Gallo il merito delle indagini che portarono alla cattura del killer Michele Profeta e del pentimento del boss calabrese Saverio Morabito, del quale raccolse moltissime confessioni e testimonianze che portarono all’inchiesta Duomo Connection e all’arresto di 200 persone nell’ambito dell’operazione Nord-Sud.

Il suo ultimo incarico, prima della pensione del 2018, fu quello di vicedirigente del commissariato di Rho-Pero. Poi il passaggio al settore privato, i presunti rapporti con Pazzali Finì e il coinvolgimento in alcune cause giudiziarie, incluso il caso Equalize che lo aveva portato ai domiciliari.

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