Reggio Emilia, un bimbo muore per una circoncisione in casa. I genitori indagati per omicidio colposo

Reggio Emilia, un bimbo muore per una circoncisione in casa. I genitori indagati per omicidio colposo

A dicembre morì un altro bimbo alle porte di Roma. Grillo: "La circoncisione è un'operazione, non fatela in casa!"

Tragedia nel Reggiano. Un bimbo di appena cinque mesi è morto dopo una circoncisione “fai da te”. A praticargli l’intervento sarebbero stati gli stessi genitori, di origine ghanese, ora indagati dalla Procura per omicidio colposo. Il dramma si è consumato nella notte tra venerdì e sabato scorso tra Scandiano, piccolo paese dove la famiglia vive da tempo, e Bologna, dove invece il piccolo è morto. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, al bimbo è stata praticata una circoncisione tra le mura di casa ma le sue condizioni sarebbero subito diventate critiche al punto da costringe i familiari a portarlo d’urgenza all’ospedale di Scandiano. Qui sarebbe arrivato già in arresto cardiocircolatorio e con una forte emorragia. Per i medici la situazione era talmente grave che hanno richiesto l’intervento dell’elisoccorso per trasferire il paziente al Sant’Orsola di Bologna dove però non c’è stato nulla da fare. I genitori, che hanno altri tre figli tutti minori, saranno ascoltati nei prossimi giorni dagli inquirenti e si attende anche che sia disposta l’autopsia sul corpo del piccolo. “La circoncisione è un’operazione chirurgica e va fatta rispettando le norme igienico-sanitarie. La salute e la vita dei bambini vengono prima di tutto”, ha commentato su Facebook il ministro della Salute Giulia Grillo che poi ha aggiunto: “Esistono dei protocolli da seguire e i medici possono aiutare le famiglie a fare le cose come devono essere fatte. Non fatelo in casa, non rischiate!”.

Quello avvenuto nel Reggiano non è purtroppo un caso isolato. Prima di questa tragedia, l’ultimo decesso, dovuto a questo rito “fai da te”, si è consumato lo scorso dicembre a Monterotondo, alle porte di Roma. A morire è stato un bimbo di due anni figlio di nigeriani, circonciso insieme al fratello gemello che fortunatamente è riuscito a salvarsi. Nel 2016 un’altra vittima c’è stata a Torino e poi ancora a Treviso e a Bari.

Per motivi culturali, religiosi o igienici in Italia ogni anno vengono circoncisi tra i 4000 ed i 5000 bambini stranieri. Numeri che raddoppiano, arrivando a 9.000/10.000 casi, se si considerano anche quelli che, pur vivendo nel nostro Paese, vengono operati nei paesi d’origine, dove la circoncisione costa pochissimo. “Circa il 35%, percentuale scesa in questi primi tre mesi del 2019 al 25%, subisce la pratica clandestinamente e spesso non realizzata da medici, con il rischio di infezioni ed emorragie che possono diventare letali”, ha spiegato Foad Aodi, fondatore dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) che da anni si batte contro le circoncisioni fuori controllo. Purtroppo solo in alcune regioni come il Lazio ed il Veneto le famiglie straniere possono accedere al Servizio sanitario con una spesa che varia dai 250 ai 400 euro. Ma con non pochi limiti. Ad esempio, alcune strutture pubbliche della nostra Regione sottopongono alla circoncisione soltanto i bambini che hanno compiuto i 4 anni e in alcuni casi è necessario che il bambino abbia almeno 12 anni soprattutto per questioni legate all’anestesia. “Ma il 99% dei genitori chiede di poterla fare quando il figlio ha pochi mesi”, ha spiegato Foad Aodi. Rimane allora la possibilità di ricorrere a strutture private ma molti rinunciano perché i costi sono veramente proibitivi: dai 2500 euro fino ai 4000 euro.

Ecco allora che Aodi si è rivolto direttamente al ministro Grillo per emanare con urgenza una “legge nazionale” che autorizzi la circoncisione per motivi culturali e religiosi nelle strutture sanitarie pubbliche e private a prezzi accessibili ed anche ad un’età ridotta, proprio per venire incontro alle esigenze di “credo” di molte famiglie mussulmane e non solo.

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