11 anni fa veniva ritrovato il corpo di Elisa Claps, ancora avvolta nel mistero la sua morte

11 anni fa veniva ritrovato il corpo di Elisa Claps, ancora avvolta nel mistero la sua morte

Sono passati undici anni dal ritrovamento del cadavere, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, della sedicenne Elisa Claps ad opera di Danilo Restivo. Il vescovo ha annunciato che nella primavera del 2022 verrà riaperta al culto.

Sono trascorsi undici anni dal ritrovamento del cadavere di Elisa Claps, la sedicenne di Potenza scomparsa nel nulla la mattina del 12 Settembre 1993, facendo perdere le sue tracce.

Il 17 Marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, vennero ritrovati i resti della ragazza; la scoperta fu casuale e avvenuta grazie ad alcuni operai che stavano lavorando all’interno della struttura, a seguito di alcune infiltrazioni d’acqua. Oltre ai resti, vennero ritrovati alcuni dei suoi affetti personali, l’orologio, gli orecchini, gli occhiali e i sandali mentre il suo reggiseno fu trovato tagliato e i jeans rotti. Da questi dettagli, gli inquirenti pensarono subito ad un’aggressione che la vittima avrebbe subito o ad una violenza sessuale prima di essere uccisa brutalmente con 13 colpi di un’arma da taglio a punta.

L’unica persona indagata per il suo omicidio è stata Danilo Restivo,  con cui Elisa ebbe un appuntamento proprio nel giorno della sua scomparsa e probabilmente è stato anche l’ultimo ad aver visto viva la ragazza . Infatti, sempre quel 12 Settembre, Danilo si presenta al Pronto Soccorso di Potenza, sporco di sangue e con un taglio alla mano; secondo il suo racconto si era fatto male a seguito di una caduta.

Durante i diversi interrogatori, il ragazzo afferma di aver avuto un incontro con Elisa la  quale gli avrebbe detto di aver paura di un individuo ; si scoprirà dopo che Restivo era solito importunare in modo ossessivo le ragazze che conosceva anche attraverso numerose telefonate. Inoltre aveva l’abitudine di tagliare alcune ciocche di capelli con un paio di forbici che portava sempre con sè. Tanti elementi che fanno presupporre che sia stato proprio lui a uccidere la giovane.

Nel corso del tempo le indagini sono andate avanti e nel giorno in cui sono stati ritrovati i resti del suo cadavere, venne fuori anche  il nome del parroco della chiesa della Santissima Trinità, don Mimì Sabia,con l’accusa di essere a conoscenza del corpo e di essere stato lui ad occultarlo; la madre di Elisa raccontò infatti che il religioso, poi deceduto, non le permise mai di vedere l’interno della chiesa.

Un fatto di cronaca tuttora irrisolto visto che i medici legali dagli esami fatti sul materasso trovato vicino al cadavere hanno riscontrato la presenza di due  diversi codici genetici  mentre sulla maglia di Elisa, sono stati ritrovati sia il sangue che la saliva di Restivo. Il ragazzo è stato poi condannato a 30 anni di relcusione.

A distanza di anni, il vescovo di Potenza  ha annunciato che presto verrà riaperta al culto la chiesa, appena verranno terminati i lavori di restauro e consolidamento strutturale; la notizia ha provocato diverse polemiche, soprattutto da parte della famiglia di Elisa.

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