
Amanda Knox torna in Italia da donna libera
La 32enne di Seattle, assolta definitivamente nel 2015 dallʼaccusa di avere partecipato allʼomicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, domani parlerà a Modena della sua vicenda giudiziaria, in occasione del festival della Giustizia penale
Amanda Knox è di nuovo in Italia e più precisamente a Modena dove domani parteciperà al festival della Giustizia penale per parlare della sua vicenda giudiziaria, uno dei casi che più ha appassionato l’opinione pubblica, non solo italiana, negli ultimi decenni. La 32enne di Seattle aveva lasciato il nostro Paese il 4 ottobre 2011, dopo quasi quattro anni passati nel carcere di Perugia, assolta dall’accusa di avere partecipato all’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.
Ieri è tornata, come lei stessa ha sottolineato, “da donna libera”. E’ atterrata in mattinata all’aeroporto di Linate. Ad attenderla moltissimi cronisti che lei non ha degnato nemmeno di uno sguardo. A proteggerla dall’assalto “mediatico”, che ancora una volta l’ha vista protagonista, c’erano la madre Edda Mellas, il fidanzato Cristopher Robinson, alcuni avvocati e Martina Cagossi dell’Italy Innocence Project che ha organizzato l’evento. “L’arrivo è stato difficile – ha detto Cagossi – perché l’assalto è stato anche fisico. Ma lei sa benissimo di essere un personaggio pubblico e ha un carattere molto forte”.
Secondo l’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher, la decisione di tornare in Italia è stata inopportuna. “Bisogna avere rispetto per la sentenza che ha definitivamente assolto Knox e Raffaele Sollecito – ha detto – ma anche per quei giudici che per due volte li hanno condannati”. Gli organizzatori del festival ci tengono però a precisare che non si entrerà nel merito della vicenda processuale. Amanda dialogherà con giuristi, esperti universitari e racconterà semplicemente la sua esperienza umana, come ha vissuto quegli anni sotto i riflettori, sempre con il dito puntato contro, anche quando, assolta definitivamente il 27 marzo del 2015 dalla Suprema Corte “per non aver commesso il fatto”, per l’opinione pubblica ormai lei era colpevole, era l’assassina ed i magistrati avevano fatto un errore. “Amanda Knox ha subito gli effetti di un processo mediatico e racconterà la sua esperienza – ha aggiunto Cagossi. – Il primo procedimento rilevante, seguito dai media, è stato quello per l’omicidio per piccolo Samuele a Cogne, il secondo il delitto di Perugia. Noi non vogliamo affrontare la sua vicenda giudiziaria, sviscerata in tutti i modi possibili e immaginabili. Vogliamo portare la sua testimonianza di come i media abbiano impattato sul suo caso giudiziario”.
