
Primo passo per l’approvazione della riforma della giustizia. La Camera dei Deputati approva a maggioranza il DDL Nordio
la riforma sulla giustizia meglio conosciuta come DDL Nordio ha avuto il primo sì alla Camera dei Deputati, con l'approvazione del testo da parte della maggioranza di governo. Anche Più Europa ha votato a favore, astenuta Italia dei Valori
Il ddl sulla riforma della giustizia che porta il nome del Ministro Carlo Nordio è passato alla Camera dei Deputati , incassando il primo sì da parte di tutta la maggioranza di governo. A favore anche Più Europa che come ha ricordato il suo segretario Magi ha sostenuto e votato per una “battaglia storica”, ovverosia quella sulla separazione delle funzioni dei magistrati, e pertanto sulla nascita di due CSM che giudicheranno in modo esclusivo i giudici e i pubblici ministeri in modo da non permettere più interferenze, maneggi e collusioni fra gli uni e gli altri. Grande felicità trapela dalle parole dello stesso Ministro Carlo Nordio, secondo cui in questo modo si aboliranno le correnti interne alla magistratura, oggi spesso ostaggio di ideologie e di preconcetti da parte di diversi magistrati schierati. L’associazione nazionale magistrati o ANM è in gergo giornalistico il “parlamentino” dei magistrati, costituita per la maggior parte degli iscritti dalla corrente di Magistratura Democratica o MD, area facente capo al PD e che negli ultimi decenni ha spadroneggiato nelle nomine dei più alti magistrati e dei capi delle procure, da Unicost che è vicina al centrodestra e qualche altra corrente minoritaria con poco peso all’interno dell’associazione dei magistrati. Secondo chi scrive questa riforma anche se segna un passo in avanti, non comporterà per forza l’abbattimento delle ideologie all’interno della magistratura, cosa che si potrà ottenere solo con la riforma della Costituzione che nella parte che disciplina il Consiglio Superiore Della Magistratura, assegna il potere di nomina dei componenti per un terzo dagli organi politici, costituito nell’ordine dal Presidente della Repubblica, dal Presidente della Corte di Cassazione, dal Procuratore Generale della Corte di Cassazione, i qualità di membri di diritto e da altri venti componenti di cui dieci nominati dal Parlamento in seduta comune e a maggioranza dei 3/5 dalle assemblee legislative. Questo è il vero ostacolo a una magistratura professionale, onesta e libera da condizionamenti di parte. Ma la strada è lunga ancora e serve onestà e voglia di cambiare veramente la nostra maltrattata e fragile giustizia