
Contratto Forze dell’Ordine, in arrivo aumento di 130 euro: rinnovo per 488mila (carabinieri compresi).
Osserva Felice Romano: «Ci batteremo con forza su almeno tre punti. Il primo, la partenza reale della previdenza integrativa, visto che oggi un agente va in pensione con un assegno pari al 65% della retribuzione se tutto il suo lavoro è stato svolto in regime contributivo». Il secondo aspetto è «una tutela legale piena dei nostri poliziotti con il rimborso integrale di tutte le spese sostenute a titolo personale per fatti attinenti al servizio». Il terzo profilo «fondamentale è il rimborso delle spese sanitarie affrontate dal personale per le cure legate all’attività di polizia e per ripristinare l’idoneità al servizio». Sono alcuni degli nodi strategici per i sindacati del settore. La partita con ministri e gli alti vertici del comparto è cominciata.
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione ha convocato ieri, 20 luglio 2021, un incontro per la ripresa delle procedure relative alla definizione dell’accordo sindacale e dei provvedimenti di concertazione relativi al triennio 2019 – 2021 per il comparto Sicurezza Difesa.
Il contratto riguarda il personale non dirigente delle Forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato e Corpo di Polizia Penitenziaria), il personale non dirigente delle Forze di polizia ad ordinamento militare (Arma dei Carabinieri e Corpo della Guardia di Finanza) e il personale non dirigente delle Forze armate (Esercito Italiano, Marina Militare e Aeronautica Militare).
Il tavolo con i sindacati e i dirigenti della rappresentanza militare conclude una lunga e complessa fase di trattativa di natura politica (tra il ministro della Funzione Pubblica e i titolari dei dicasteri dell’Interno, della Difesa, della Giustizia e dell’Economia e Finanze, un tavolo tecnico con gli alti dirigenti dei ministeri coinvolti
La questione delle risorse finanziare pare risolta, almeno nell’ammontare complessivo stimato in circa 649 milioni di euro stanziati dalla legge di stabilità a cui si aggiungerebbero i 127 milioni stanziati con il decreto sostegni bis in fase di approvazione in Parlamento.
Le retribuzioni
Per quanto concerne la parte economica l’ipotesi di aumento medio della retribuzione si prevede nella misura del 4,25%.
Abbiamo già rilevato, nelle fasi iniziali della contrattazione, l’irrisorietà delle risorse che il Governo ha messo a disposizione considerate inadeguate a garantire un incremento stipendiale confacente al comparto. (Le nozze coi fichi secchi. Rinnovo contratto 2019-2021 del comparto difesa sicurezza qui).
Gli incrementi medi mensili lordi previsti pari a circa 130 euro.
Per quanto concerne la Guardia di Finanza, in base alle risorse che sarebbero state stanziate, a regime si potrebbe giungere a un incremento medio lordo per 122,00 euro al mese, circa 70,00 euro mensili netti cui andrà sottratta l’indennità di vacanza contrattuale (QUI) di 14,00 euro già percepita.
Se le somme sono queste i Sindacati di Polizia e i Cocer militari presenti alla contrattazione/concertazione avranno un margine quasi assai limitato di trattativa.
Le questioni da affrontare
Appare chiaro come sia fondamentale la considerazione della specificità delle funzioni di polizia, quindi di quelle indennità specifiche che competono ai lavoratori del settore, che non possono essere soddisfatte con le sole risorse contrattuali.
Fondamentali appaiono alcuni interventi:
- assicurare un’adeguata tutela legale che spesso deve essere integrata a proprie spese, poiché limitata e circoscritta dalle norme vigenti e per questo inadeguata;
- assicurare un’adeguata tutela sanitaria, innanzitutto mediante il rimborso delle spese sanitarie affrontate dal personale per le cure legate all’attività di servizio per ripristinare l’idoneità al servizio, poi attraverso un piano sanitario integrativo al pari della maggior parte dei lavoratori;
- la necessità di avviare la previdenza complementare per ovviare alla prospettiva di una pensione non adeguata al tenore di vita.
- Il punto centrale è la battaglia sulla revisione dello status e del trattamento giuridico del personale fermo, nella parte contrattuale, al 2008. Da troppo tempo, ormai, rispetto a compiti, funzioni e responsabilità evolute e rinnovate non solo con la pandemia.
Osserva Felice Romano: «Ci batteremo con forza su almeno tre punti. Il primo, la partenza reale della previdenza integrativa, visto che oggi un agente va in pensione con un assegno pari al 65% della retribuzione se tutto il suo lavoro è stato svolto in regime contributivo». Il secondo aspetto è «una tutela legale piena dei nostri poliziotti con il rimborso integrale di tutte le spese sostenute a titolo personale per fatti attinenti al servizio». Il terzo profilo «fondamentale è il rimborso delle spese sanitarie affrontate dal personale per le cure legate all’attività di polizia e per ripristinare l’idoneità al servizio». Sono alcuni degli nodi strategici per i sindacati del settore. La partita con ministri e gli alti vertici del comparto è cominciata.