Coronavirus, i morti in Cina superano i duemila ma crollano i contagi

Coronavirus, i morti in Cina superano i duemila ma crollano i contagi

I nuovi casi sono 349 mentre il giorno prima erano stati quasi 6 volte di più. Due passeggeri sono morti sulla Diamond Princess. Altri 31 casi sono stati registrati nella Corea del Sud

I nuovi casi di contagio in Cina per il Coronavirus sono diminuiti drasticamente. Sono 349, 6 volte in meno rispetto al giorno precedente. Il totale è quindi arrivato a 74.576 mentre il numero dei morti è salito a 2.118, con 114 nuovi decessi nella giornata di ieri di cui 108 solo nella provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia. Il conteggio arriva dalla Commissione sanitaria nazionale cinese che ha sottolineato che il crollo è in parte legato alla nuova modifica dei criteri diagnostici.

Altri 31 casi sono stati registrati nella Corea del Sud mentre altri tre in Iran.

Due decessi sulla Diamond Princess

Intanto brutte notizie arrivano dalla Diamond Princess, la nave da crociera tenuta per due settimane in quarantena nel porto di Yokohama, in Giappone. Due passeggeri sono morti. Si tratta di una coppia di anziani giapponesi, un uomo di 87 anni e una donna di 84 con patologie preesistenti. Sugli oltre 620 passeggeri risultati positivi al test e portati in ospedale, tra cui c’è anche un italiano di 73 anni, 29 al momento risultano in condizioni gravi. Prosegue però lo sbarco dalla nave. I primi gruppi di turisti sono tornati nei loro Pesi e sono già in isolamento. Oggi dovrebbero scendere altre 500 persone. In Giappone è arrivata anche l’equipe medica italiana per testare i nostri connazionali che saranno riportati a casa se saranno negativi. Il crocerista 73enne contagiato verrà probabilmente curato in Giappone. Intanto pesanti attacchi arrivano al governo nipponico per come ha gestito la quarantena della nave. Nonostante l’imbarcazione fosse stata bloccata da lunedì 3 febbraio, solo due giorni dopo i passeggeri sono stati messi in isolamento nelle loro cabine e nel frattempo l’equipaggio ha continuato a organizzare varie attività ricreative di gruppo. Il Giappone si è difeso sostenendo di avere fatto tutto il possibile ma ha anche riconosciuto che la nave non era il luogo adatto per una rigorosa quarantena.

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