Esplosione durante sgombero di un’abitazione: morti 3 carabinieri

Esplosione durante sgombero di un’abitazione: morti 3 carabinieri

Morti tre carabinieri nel corso dello sgombero di un casale in provincia di Verona. Quindici feriti. Fermati due fratelli e una sorella già conosciuti per azioni simili in passato. La Procura: “Arresto per omicidio premeditato. Stiamo valutando il reato di strage“. 

I carabinieri Valerio Daprà, Marco Piffari (entrambi di 56 anni) e Davide Bernardello (di 36 anni) sono morti nel corso di un’esplosione in un casolare in provincia di Verona, a Castel D’Azzano. Altre quindici persone, tra personale di Polizia e Vigili del fuoco, sono rimaste ferite.

Le Forze dell’ordine si erano recate nell’edificio per sgomberare gli inquilini, raggiunti da sfratto coattivo, che per evitarlo avrebbero provocato loro stessi l’esplosione. Tre degli occupanti, i fratelli Dino, Maria Luisa e Franco Ramponi, sono stati fermati dai carabinieri. Il terzo, Franco, si era allontanato subito dopo l’esplosione per nascondersi in un terreno di sua proprietà, ma le forze dell’ordine lo hanno rintracciato subito.

Antonello Panuccio

Per la Procura si tratta di un “Arresto per omicidio premeditato. Stiamo valutando il reato di strage“. Non è la prima volta, infatti, che gli occupanti adottano misure estreme per evitare lo sgombero del fatiscente casolare. Già lo scorso anno uno dei tre fratelli si era cosparso di benzina e aveva minacciato di darsi fuoco per evitare lo sfratto coattivo.

E negli ultimi mesi i tre avevano provocato anche una serie di azioni “Gravemente pericolose per la propria incolumità e per la sicurezza pubblica” per impedire l’accesso alle Forze dell’ordine nell’edificio.

Come conferma anche il vicesindaco di Castel D’Azzano, Antonello Panuccio, i tre “Non volevano abbandonare la casa ma c’era un ordine del giudice di eseguire lo sgombero, quindi carabinieri e Polizia di Stato vi hanno dato esecuzione” sottolineando poi che “In Comune si conosceva la situazione della famiglia ed eravamo pronti ad accoglierli in qualche sistemazione provvisoria in strutture qui nella zona. In realtà non erano soggetti fragili, non c’erano minori e nemmeno anziani“.

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