Governo Draghi, ecco chi sono i ministri. Oggi il giuramento
Dopo la lettura della lista Draghi non spende una parola in piu' . Risponde "crepi" dalla macchina a chi gli fa l'in bocca al lupo: domani presiedera' il primo Consiglio dei ministri. In squadra ha molte figure di politici esperti, in grado di mettere subito in moto la macchina ministeriale. Al fianco ha tecnici in ruoli chiave come Daniele Franco all'Economia e Garofoli a Palazzo Chigi. Non c'è un ministro agli Affari Ue. Rendere coesa la squadra sara' il suo compito,
Nasce il governo Draghi. Molti i politici, tante le conferme. Ma ai tecnici vanno tutti i ministeri chiave. La nuova squadra di ministri, che registra anche un terzo di donne, è formata e dà spazio a tutti i partiti dell’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo, con – appunto – figure di fiducia del premier in dicasteri chiave. Il premier sale al Colle alle 19 e dopo quaranta minuti di colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglie la riserva. Come le regole vogliono, poi esce dallo studio del capo dello Stato e legge i 23 nomi. Asciutto nello stile, non aggiunge alcun commento davanti alle telecamere. Solo lasciando il Quirinale si lascia andare per un attimo: “In bocca al lupo”, risponde ai fotografi che lo attendono sommergendolo di flash. Nessuna trattativa estenuante con le forze politiche: la composizione dell’esecutivo e’ una partita che l’ex numero uno della Bce ha giocato solo affidandosi ai consigli del Colle, come Costituzione vuole. Cio’ non toglie che ci sia voluto ugualmente un complesso lavoro di cesello per trovare i giusti equilibri. Oggi, il giuramento, in agenda alle 12, e poi si terra’ il primo Consiglio dei ministri. A metà settimana ( da mercoledi’ al Senato) tocchera’ infine alle Camere votare la fiducia e a quel punto iniziera’ la corsa contro il tempo. L’emergenza sanitaria, economica e sociale – lo ha detto Draghi accettando l’incarico il 3 febbraio – sono le priorita’ : i temi si intrecciano e molto passera’ per il Recovery plan. Che sara’ rivisto e reso operativo lavorando fianco a fianco con il sottosegretario alla presidenza Garofoli ma soprattutto con il nuovo ministro dell’Economia e il ministro per la Transizione energetica, che fondera’ i temi ambientali e alcune competenze in materia energetica: e qui i nomi scelti, quello di Daniele Franco e Roberto Cingolani, sono fuori dal perimetro dei partiti. Il M5s viene dunque solo parzialmente accontentato: il contenitore chiesto da Beppe Grillo c’e’ ma alla guida non va un esponente del Movimento. “Lo abbiamo fortemente voluto”, rivendica su Fb Luigi Di Maio (che viene confermato alla Farnesina) perche’ “questo e’ il governo della transizione ecologica”. Parla invece di una presa in giro Barbara Lezzi, tra le voci critiche dei 5s: “Il super ministero non c’e’ . Non abbiamo votato per questo”. Finisce sempre nelle mani di una ‘tecnica’ il ministero della Giustizia, tema particolarmente divisivo per i partiti che compongono la maggioranza: a guidare via Arenula sara’ l’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. All’innovazione tecnologica e digitale va invece Colao. Molti altri ministeri vengono suddivisi fra i partiti. I 5S vedono rappresentate quasi tutte le proprie anime, il Pd anche con l’entrata di Andrea Orlando che guida il Lavoro. I Dem non portano donne pero’ in Cdm. Nicola Zingaretti assicura di volervi porre rimedio: il “tema della differenza di genere e’ il cuore del programma per la ricostruzione italiana”, dice il segretario rinviando alla nascita del sottogoverno. A incassare un ministero di peso come lo Sviluppo economico e’ la Lega: va a Giancarlo Giorgetti, mentre l’ex viceministro all’Economia Massimo Garavaglia prende la guida del Turismo che diventa un dicastero a se’ . Ma i leghisti ottengono pure la nascita del ministero della Disabilita’ . “Imprese, turismo, disabili. Lega da subito al lavoro pancia a terra per aiutare e rilanciare il cuore dell’Italia”, twitta per primo Matteo Salvini. A Forza Italia vanno tre dicasteri ma tutti senza portafoglio: Brunetta alla Pa, Gelmini agli Affari regionali e Carfagna al Sud. Tutti e tre sono stati al governo con Berlusconi. Draghi sceglie invece la continuita’ per un ministero fondamentale nella gestione dell’emergenza Covid, quello della Sanita’ : a guidarlo sara’ ancora Roberto Speranza di LeU che ricorda come la salute sia “un diritto tutelato dalla Costituzione”. E questo vale anche per chi non puo’ permetterselo, sottolinea tracciando la linea della propria azione politica. Per Italia Viva torna al governo Elena Bonetti, che si occupera’ sempre di Famiglia, e che insieme a Teresa Bellanova con le dimissioni ha ufficializzato la crisi del Conte II.
Dopo la lettura della lista Draghi non spende una parola in piu’ . Risponde “crepi” dalla macchina a chi gli fa l’in bocca al lupo: domani presiedera’ il primo Consiglio dei ministri. In squadra ha molte figure di politici esperti, in grado di mettere subito in moto la macchina ministeriale. Al fianco ha tecnici in ruoli chiave come Daniele Franco all’Economia e Garofoli a Palazzo Chigi. Non c’è un ministro agli Affari Ue. Rendere coesa la squadra sara’ il suo compito, consapevole di avere alcune grandi missioni ma che il percorso parlamentare, tra partiti cosi’ eterogenei, potra’ essere accidentato.