
La fine della sinistra fra offese all’avversario e decadimento culturale
Il deprecabile e volgare attacco a Giorgia Meloni da parte del docente di Pisa Gozzini, dimostra come questa ideologia figlia del marxismo e bolscevismo, sia ormai fallita e pericolosa. Demonizzare gli oppositori e attaccare in modo volgare chi non la pensa come loro è purtroppo uno dei caratteri tipici della criminale e buia storia della Russia stalinista, senz'altro insieme al nazismo il peggior periodo del novecento
Il deplorevole e squallido episodio avvenuto l’altro ieri nei confronti di Giorgia Meloni è l’ennesima rappresentazione del crollo e fallimento della sinistra. Le parole pronunciate dal signor Gozzini, mi scuso per la parola signore per chi lo è veramente, è il sintomo della caduta ormai irreversibile di questa ideologia che a partire dal 1968, ha prodotto un fallimento e svilimento dei valori e della cultura identitaria, oltre a legittimare le famigerate e criminali brigate rosse. In sostanza per questo individuo che ha ricoperto anche l’incarico di assessore, la leader di Fratelli d’Italia sarebbe una volgare scrofa e una rana con la bocca larga. In primis la gravità delle parole unitamente alla bassezza culturale e morale di chi le ha pronunciate, sono la manifestazione di quanto sia pericolosa l’ideologia di sinistra, che nel solco del modello comunista tende a demonizzare e cancellare, così come ha fatto in precedenza, tutti quelli che non sono in linea con il pensiero dominante e a senso unico, o solo chi contesta le folli e censurabili teorie che questa ideologia, retaggio del movimento bolscevico di Lenin ne Stalin, vuole imporre a tutti. Stigmatizzare quanto accaduto non vasta, bisogna che tutto il mondo della società civile, compreso quello universitario, dica basta a questi attacchi ideologici figli di un decadimento culturale e sociale mai visto prima. Per quanto mi riguarda, questo signore toscano non è degno nemmeno di sedere nel circolo degli ultras del Pontassieve, ma è un dovere oltre che un obbligo morale rimuovere dall’insegnamento e da un altro tipo d’incarichi questo “docente” universitario, il cui unico linguaggio è quello della volgarità, che è sempre una diretta conseguenza dello svilimento e della pochezza dell’essere umano