Milano: arresti tra i capi degli ultrà di Inter e Milan

Milano: arresti tra i capi degli ultrà di Inter e Milan

Arrestate 19 persone a capo degli ultrà di Inter e Milan con l’accusa di risse, lesioni, richieste di pizzo sui parcheggi intorno allo stadio ed estorsioni per la vendita dei biglietti.

Sedici custodie cautelari in carcere e tre ai domiciliari, il bilancio dell’operazione compiuta dalla Procura di Milano all’alba di ieri, su ordine del giudice delle indagini preliminari Domenico Santoro. Le misure cautelari coinvolgono i capi ultrà di Milan e Inter: 19 i soggetti fermati per estorsioni sulla vendita dei biglietti, risse, lesioni e richiesta di un pizzo mensile sui parcheggi attorno allo Stadio Meazza.

Oltre agli arresti, sono state effettuate varie perquisizioni da Polizia e Guardia di finanza, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano. L’operazione, ha dichiarato su suo profilo X la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, “Dimostra in maniera inequivocabile il rapporto tra le tifoserie e le organizzazioni criminali. Un legame che, partendo dalla gestione di traffici illeciti ed estorsioni, porta a fenomeni che sono alla base dei metodi mafiosi e crea un rapporto pericoloso e simbiotico tra esponenti di spicco della criminalità, come la ‘ndrangheta, e gli ultrà“.

Chiara Colosimo

Nel caso degli ultrà dell’Inter (gli arresti hanno coinvolto anche il capo Andrea Beretta e il vicecapo Marco Ferdico) l’accusa è di associazione a delinquere che avrebbe agevolato la cosca di ‘ndrangheta dei Bellocco, di cui faceva parte il 36enne Antonio che un mese fa è stato ucciso a coltellate proprio da nel corso di un violento litigio per motivi economici.

Tra gli arrestati anche Renato Bosetti, subentrato come reggente della curva dopo l’omicidio di Bellocco e l’arresto di Beretta, Mauro Nepi, e il pugile Matteo “Chuck” Norrito.

Nel caso degli ultrà del Milan è contestata sempre l’associazione a delinquere, ma senza l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Capeggiata Luca Lucci (arrestato), celebre per la foto il 16 dicembre 2018 insieme all’allora vicepremier Matteo Salvini (non coinvolto nelle indagini) alla festa per i 50 anni della Curva Sud all’Arena Civica. Proprio la settimana scorsa, nonostante i vari Daspo condanne per traffico di droga e per aver fatto perdere un occhio a un tifoso aggredito, Lucci era tornato allo stadio in occasione del derby.

Con lui sono stati arrestati tra gli altri anche suo fratello Francesco Lucci e Christian Rosiello, il bodyguard del cantante Fedez (non coinvolto nelle indagini). Rosiello mesi fa aveva picchiato il personal trainer Cristian Iovino in una discoteca. In manette anche Islam Hagag, conosciuto con il nomignolo di “Alex Cologno”, anche lui grande amico del cantante, poi Fabiano Capizzo e Alessandro “Shrek” Sticco, coinvolto proprio insieme ad Hagag nel pestaggio di un tifoso milanista alla fine dello scorso campionato fuori dallo stadio Meazza.

Gabriele Gravina

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, a margine della sua visita all’Istituto penale minorile di Nisida a Napoli nell’evento di lancio del progetto Zona Luce promosso dalla stessa Federcalcio, ha così commentato: “Sugli arresti ci stanno pensando le forze dell’ordine e gli organi di giustizia. Negli ultimi tempi c’è grande selezione e severità nell’applicazione di regole e norme, si pretende rispetto dei valori nel mondo del calcio, che sono valori normali della vita quotidiana, e questo farà bene non solo al calcio ma a tutta la società civile“.

Ieri nella Procura di Milano si è tenuta anche una conferenza stampa a cui ha partecipato anche il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, che ha sottolineato: “il mio ufficio da tempo ha aperto una unità di analisi e impulso investigativo, un gruppo di lavoro che si occupa del condizionamento criminale delle attività sportive e delle logiche che sdoganano negli stadi la propaganda antisemita e razzista”. Aggiungendo poi che questa è “un’inchiesta dal valore emblematico, che costringe ad aprire gli occhi su una realtà di rischi evidenti da tempo di deriva criminale negli stadi italiani e di condizionamenti criminali della vita delle società. Bisogna smettere di far finta di niente”.

Intanto procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, ha chiesto ai pm della Procura di Milano l’ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto. L’intento è verificare eventuali condotte rilevanti per l’ordinamento sportivo, da parte delle due società o di loro
tesserati.

Immediata la risposta del Milan che “si è immediatamente reso disponibile a collaborare con gli inquirenti per fornire qualsiasi documentazione e informazione richiesta”. I due club non risultano indagati.

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