Minori e internet: una relazione piena di pericoli e incontrollata

Minori e internet: una relazione piena di pericoli e incontrollata

La semplicità attraverso cui i mezzi di comunicazione, specialmente gli smartphone, permettono a chiunque di accedere sui portali web e di usufruire di qualsiasi proprietà di questi ultimi, rappresenta una nuova realtà quotidiana completamente differente da quella degli ultimi venti anni. Internet e il suo stesso utilizzo hanno conosciuto una rapida evoluzione che, passo dopo passo, hanno mutato totalmente il concetto di esistenza, ma anche il modo in cui l’uomo aveva pensato di organizzarla fino ad ora. Anch’essa, infatti, risulta essere il prodotto di una trasformazione tecnologica molto evidente.
Tra gli utenti che si servono di internet la maggior parte ha meno di diciotto anni. Si parla dunque di minori che, spesso, vengono lasciati in balìa del web senza i dovuti controlli da parte di un adulto. Alla base di tale errore vi sono però due motivazioni principali:
la prima riguarda una forma di disinteresse genitoriale riguardo la protezione del minore poiché si è convinti che la navigazione in internet sia un’attività sicura e priva di insidie;
la seconda riguarda la poca informazione di cui il genitore dispone e dunque di una scorretta educazione nell’uso del cellulare, del pc o del tablet. Spesso non si è a conoscenza dei mezzi attraverso cui si può rendere la navigazione sul web molto più controllata.
In entrambi i casi si hanno delle lacune nel corretto utilizzo degli strumenti e quindi un’istruzione basilare mancante. Controllare la sezione della cronologia delle ricerche, posizionare il computer all’interno di una stanza comune anziché in quella personale dei bambini, o ancora raccomandare loro di non fornire informazioni personali nei siti web e conferire un limite di tempo da trascorrere davanti ad un computer sono solamente alcune delle regole che andrebbero applicate per evitare che il bambino possa diventare vittima di pericoli. Il Cyberbullismo o la pedopornografia sono solo alcuni dei reati dai quali bisogna stare in guardia.
I dati statistici dimostrano però come il primo cellulare venga regalato ai minori in un’età compresa tra i 10 e i 12 anni e che tutti abbiano a disposizione una rete di navigazione “no stop”, illimitata. Le percentuali di coloro che posseggono una rete internet sono aumentate vertiginosamente: dall’8% nel 2010, al 67% nel 2013, al 96% odierno, ma soprattutto sono cambiati gli strumenti di connessione alla rete stessa. Se all’inizio si usufruiva di dispositivi tradizionali come pc e notebook, e dunque il controllo da parte di un adulto poteva risultare anche più semplice, attualmente gli apparecchi più in voga risultano sono i telefoni cellulari e i tablet, proprio perché portatili.
È importante specificare che il mondo virtuale rappresenta per i giovani il riflesso di una dimensione nella quale tutto ciò che si desidera può essere ottenuto con estrema facilità e che ad esso sono connesse varie patologie. La malattia del consenso, ad esempio, è legata al concetto di popolarità e di accettazione: più likes si ricevono, più sarà semplice diventare celebri ed essere accettati dagli altri utenti. L’approvazione che quindi si ricerca, e che tante volte si dimentica essere semplicemente virtuale, non tangibile, è quella che in verità si vorrebbe ottenere tra i banchi di scuola, durante una partita di pallone o ancora al parco con gli amici. Tra le patologie più diffuse rientra anche la “nomofobia”. La nomofobia rappresenta la paura di restare disconnessi dal proprio cellulare e ovviamente dalla rete telefonica. Tutto ciò rappresenta la conseguenza in chiave moderna di un ascolto negato o di un mancato dialogo all’interno dei luoghi reali in cui il dialogo e il contatto umano non dovrebbero mai mancare.La semplicità attraverso cui i mezzi di comunicazione, specialmente gli smartphone, permettono a chiunque di accedere sui portali web e di usufruire di qualsiasi proprietà di questi ultimi, rappresenta una nuova realtà quotidiana completamente differente da quella degli ultimi venti anni. Internet e il suo stesso utilizzo hanno conosciuto una rapida evoluzione che, passo dopo passo, hanno mutato totalmente il concetto di esistenza, ma anche il modo in cui l’uomo aveva pensato di organizzarla fino ad ora. Anch’essa, infatti, risulta essere il prodotto di una trasformazione tecnologica molto evidente.
Tra gli utenti che si servono di internet la maggior parte ha meno di diciotto anni. Si parla dunque di minori che, spesso, vengono lasciati in balìa del web senza i dovuti controlli da parte di un adulto. Alla base di tale errore vi sono però due motivazioni principali:
la prima riguarda una forma di disinteresse genitoriale riguardo la protezione del minore poiché si è convinti che la navigazione in internet sia un’attività sicura e priva di insidie;
la seconda riguarda la poca informazione di cui il genitore dispone e dunque di una scorretta educazione nell’uso del cellulare, del pc o del tablet. Spesso non si è a conoscenza dei mezzi attraverso cui si può rendere la navigazione sul web molto più controllata.
In entrambi i casi si hanno delle lacune nel corretto utilizzo degli strumenti e quindi un’istruzione basilare mancante. Controllare la sezione della cronologia delle ricerche, posizionare il computer all’interno di una stanza comune anziché in quella personale dei bambini, o ancora raccomandare loro di non fornire informazioni personali nei siti web e conferire un limite di tempo da trascorrere davanti ad un computer sono solamente alcune delle regole che andrebbero applicate per evitare che il bambino possa diventare vittima di pericoli che sono sempre dietro l’angolo. Il Cyberbullismo o la pedopornografia sono solo alcuni dei reati dai quali bisogna stare in guardia.
I dati statistici dimostrano però come il primo cellulare venga regalato al minore in un’età compresa tra i 10 e i 12 anni e che tutti abbiano a disposizione una rete di navigazione “no stop”, illimitata. Le percentuali di coloro che posseggono una rete internet sono aumentate vertiginosamente: dall’8% nel 2010, al 67% nel 2013, al 96% odierno, ma soprattutto sono cambiati gli strumenti di connessione alla rete stessa. Se all’inizio si usufruiva di dispositivi tradizionali come pc e notebook, e dunque il controllo da parte di un adulto poteva risultare anche più semplice, attualmente gli apparecchi più in voga risultano sono i telefoni cellulari e i tablet, proprio perché portatili.
È importante specificare che il mondo virtuale rappresenta per i giovani il riflesso di una dimensione nella quale tutto ciò che si desidera può essere ottenuto con estrema facilità e che ad esso sono connesse varie patologie. La malattia del consenso, ad esempio, è legata al concetto di popolarità e di accettazione: più likes si ricevono, più sarà semplice diventare celebri ed essere accettati dagli altri utenti. L’approvazione che quindi si ricerca, e che tante volte si dimentica essere semplicemente virtuale, non tangibile, è quella che in verità si vorrebbe ottenere tra i banchi di scuola, durante una partita di pallone o ancora al parco con gli amici. Tra le patologie più diffuse rientra anche la “nomofobia”. La nomofobia rappresenta la paura di restare disconnessi dal proprio cellulare e ovviamente dalla rete telefonica. Tutto ciò rappresenta la conseguenza in chiave moderna di un ascolto negato o di un mancato dialogo all’interno dei luoghi reali in cui il dialogo e il contatto umano non dovrebbero mai mancare.

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