Omicidio Savona, Domenico Massari non si pente dell’omicidio della ex

Omicidio Savona, Domenico Massari non si pente dell’omicidio della ex

E' accusato di omicidio premeditato. Si è rifiutato di nominare un avvocato di fiducia. Dopo aver sparato, per fuggire, ha minacciato con la pistola un autotrasportatore

“Non sono pentito. Mi spiace solo per gli innocenti coinvolti”. A parlare è Domenico Massari, il 54enne che sabato sera ha sparato senza pietà alla ex moglie, la 39enne Deborah Ballesio, mentre stava animando una serata karaoke in un locale balneare della riviera ligure. La donna è morta per i colpi al torace e purtroppo nella sparatoria sono rimaste ferite altre tre persone, tra cui una bambina.

L’uomo è consapevole del suo gesto, voleva togliere la vita alla donna che odiava perché lo aveva abbandonato e lo aveva lasciato senza nulla. Secondo gli inquirenti infatti i moventi del delitto sarebbero due: passionale ed economico. Massari aveva investito tutti i suoi averi, circa 300mila euro, frutto di varie attività illecite come il traffico di droga in Spagna, nell’apertura di un locale di lap dance, il Follia di Altare in provincia di Savona, che era però intestato alla moglie. “Quando lei lo ha lasciato – ha spiegato il questore di Savona, Giannina Roatta in conferenza stampa – lui si è sentito defraudato dei suoi averi, sentiva di aver perso tutto per colpa sua”. Per questo nel 2015 aveva dato fuoco al locale e all’abitazione, patteggiando 3 anni e 2 mesi di reclusione.

Come ha continuato a spiegare il questore, l’uomo non si era fatto più vivo con Deborah nell’ultimo periodo e sembrava proprio che si fosse tranquillizzato. A quanto pare non era affatto così. Massari aspettava solo il momento giusto per fargliela pagare definitivamente e c’è riuscito. La donna non ha fatto neanche in tempo a capire cosa stesse accadendo prima di morire. L’ex le ha solo detto: “Ti ricordi di me?” e poi ha sparato senza pietà.

Ora il 54enne è accusato di omicidio premeditato, tentato omicidio, lesioni aggravate dall’uso dell’arma, ricettazione della pistola rubata e porto illegale di armi. Nonostante i gravi reati contestati si è rifiutato di nominare un avvocato di fiducia.  “Sono consapevole di quello che ho fatto, mi basta quello d’ufficio”, ha spiegato.

Subito dopo l’omicidio Massari si era dileguato a piedi facendo perdere le sue tracce. Per scappare poi ha minacciato un autotrasportatore e si è fatto portare ad Arma di Taggia. Massari aveva con sé decine di proiettili di riserva e due coltelli. La polizia sta ancora lavorando per ricostruire i suoi movimenti durante la fuga. Per catturarlo sono arrivati anche gli uomini della seconda divisione del Servizio centrale operativo. “Il soggetto era estremamente pericoloso – ha spiegato Alfredo Fabbrocini, che guida la 2 divisione dello Sco – e il modo in cui si è consegnato, sparando tre colpi davanti al carcere di Sanremo, lo dimostra. Per questo abbiamo messo in campo una squadra numerosa e dato il via alla caccia all’uomo. Si è costituito prima, ma era solo questione di tempo”.

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