
Siri, il caso si infittisce. Nel mirino finisce l’intercettazione che lo inchioderebbe
Il quotidiano La Verità dice che non esiste ma il Corriere della Sera conferma e pubblica le carte scritte dal pm Palazzi
Passato il 25 aprile, tra M5S e Lega resta profonda la spaccatura sul caso Siri. Per Di Maio si deve dimettere mentre per Salvini il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti resta dov’è, soprattutto adesso che la principale intercettazione che lo inchioderebbe potrebbe essere una bufala (la foto è di La Repubblica). “Questa operazione ci è costata 30mila euro”, avrebbe detto Paolo Arata al figlio Francesco, riferendosi ai compensi destinati a Siri per modificare alcuni provvedimenti legislativi per agevolare gli affari loschi sull’eolico. Peccato che quella intercettazione, riportata dal Corriere della Sera e poi ripresa da tutti i giornali, non esisterebbe, almeno stando a quanto dichiarato da La Verità. “Le intercettazioni sui giornali? Sono false. Quelle frasi non ci sono nel fascicolo”, ha confessato un inquirente anonimo al giornale di Maurizio Belpietro. Secondo quanto raccontato, dopo questa rivelazione i pm romani, che insieme a quelli di Palermo hanno ordinato le perquisizioni nelle due città, hanno iniziato a cercare e, dopo giorni di scartabellamenti non hanno trovato la frase incriminata.
Al centro dell’inchiesta ci sarebbe, appunto, una presunta tangente da 30 mila euro che Arata avrebbe consegnato a Siri in cambio di una norma da inserire nel Def, che avrebbe consentito di ampliare i finanziamenti per il settore del mini eolico retrodatando la concessione al momento della costituzione di alcune società dell’imprenditore Vito Nicastri, il “re dell’eolico”, per consentire anche a lui di ottenere i fondi. La prova cardine di questa mazzetta sarebbe la famosa intercettazione di cui tutti parlano ma che però non esisterebbe da nessuna parte. Il presunto virgolettato inventato non è un caso isolato. Negli ultimi tempi gli assalti si ripetono ciclicamente tanto che secondo la fonte la sensazione avvertita in procura è che sia “un modo per spingere il lavoro della magistratura in un certo senso e che dietro gli articoli apparsi sulla stampa ci siano spinte e controspinte”. ll Corriere della Sera invece ha confermato quanto ha scritto una settimana fa pubblicando la fotografia degli atti del pm Mario Palazzi, sottolineando il pezzo in cui si dice che Armando Siri è indagato perché “riceveva indebitamente la promessa e/o la dazione di 30.000 € da parte di Paolo Franco Arata”.
Intanto Siri lunedì prossimo è convocato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha detto di voler decidere sulle sue dimissioni solo dopo aver incontrato l’esponente della Lega e “averlo guardato negli occhi”.
