Caso Siri, Conte chiede le dimissioni del sottosegretario alle Infrastrutture e scatta l’ira di Salvini
Il leghista si dice innocente ma aggiunge: "Senza novità dal pm mi dimetto". Di Maio: “Non esulto. Ora chiedo a Salvini di lavorare insieme per gli italiani” ma il leader del Carroccio non ci sta e prepara la contromossa
Il premier Giuseppe Conte scioglie le sue riserve sul caso Siri e chiede le dimissioni del sottosegretario alle Infrastrutture, indagato per corruzione (la foto è ripresa da TPI). “All’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri porrò la mia proposta di revoca del sottosegretario Armando Siri”, ha detto in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Poco prima il leghista in una nota aveva ribadito la sua innocenza ma aveva anche fatto sapere che in 15 giorni si sarebbe dimesso se non avesse avuto novità dal pm. “Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente. Confido che, una volta sentito dai magistrati, la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi – aveva detto. – Qualora ciò non dovesse accadere a breve, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato”. Ma queste parole non sono piaciute al presidente del Consiglio. “Noi dobbiamo essere credibili, responsabili, le dimissioni o si danno o non si danno, le dimissioni future non hanno molto senso”, ha sottolineato. Per Conte la sua è una decisione meramente politica. “E’ normale, e non me ne meraviglio, ricevere suggerimenti per nuove norme o modifiche normative, ma come governo abbiamo la responsabilità di discernere e valutare se le proposte hanno il carattere della generalità e astrattezza o avvantaggiano il tornaconto di un singolo imprenditore – ha tenuto a precisare. – Nel caso di Siri la norma non avrebbe offerto una parità di chance per il futuro a tutti gli imprenditori ma vantaggi retroattivi, una sorta di sanatoria solo per alcuni”. Il premier lancia poi un avvertimento ai due alleati di Governo. Alla Lega chiede di “non lasciarsi guidare da reazione corporative” mentre ai pentastellati di “non approfittare di questa soluzione per cantare vittoria”.
Luigi Di Maio non esulta ma, intervenendo alla trasmissione Otto e mezzo su La7 sottolinea che il problema poteva risolversi qualche giorno fa con un’iniziativa del singolo, senza coinvolgere i vertici del Governo. Secondo lui il Consiglio dei ministri per la revoca dell’incarico potrebbe avvenire tra l’8 e il 9 maggio. “Spero che non si arrivi a nessun voto – ha spiegato il vicepremier ma nel caso il M5s voterà a favore della revoca ed ha la maggioranza assoluta nel Cdm”. Poi Di Maio tende una mano a Salvini: “Chiuso il caso Siri, vediamoci, parliamoci, e lavoriamo il più possibile per il bene degli italiani. Conosco la Lega e Salvini da alcuni mesi, hanno intelligenza e buon senso: credo che aprire una crisi di governo su un sottosegretario accusato di corruzione non dia una bella immagine”.
Quando il presidente del Consiglio ha annunciato di voler mettere alla porta il sottosegretario della Lega inizialmente Salvini dall’Ungheria si mostra calmo ed annuncia: ” Lascio a Conte e Siri le loro scelte. A me va bene qualunque cosa, se me la spiegano”. Poi però i toni si alzano ed il leader del Carroccio bolla il comportamento dei Cinque Stelle come un colpo basso che arriva a poche settimane dal voto per le Europee. “Vorrei sapere cosa gli sta saltando in mente – spiega. – Hanno deciso di aprire una crisi in piena campagna elettorale? Una follia, ci stanno provando in tutti i modi. Perché questa fretta? Non vogliono aspettare nemmeno che Siri spieghi ai giudici come stanno le cose?”. E poi incalza: “vorrei che la stessa fretta mostrata dal premier e dai 5 stelle sul caso Siri fosse impiegata anche per l’introduzione della flat tax. Qui in Ungheria la tassazione con aliquota unica al 9% per le società e al 15% per le persone fisiche ha portato in pochi anni la crescita al 5%. Ho visto dalla terrazza del palazzo presidenziale una distesa di gru sulla Capitale”. La Lega comunque prepara la contromossa e si dice decisa ad abbandonare il Cdm durante il voto per le dimissioni di Siri.