A Firenze aperta ieri una mostra dedicata alla Colonna Traiana
La mostra, allestita nella Limonaia dei giardini di Boboli, rimarrà aperta al visitatore sino al 6 ottobre
“L’arte di costruire un capolavoro, la Colonna Traiana”, è il titolo di una mostra inedita allestita nella Limonaia Grande del Giardino di Boboli a Firenze, per spiegare come fu costruito il celebre monumento voluto dall’Imperatore Traiano. La mostra inaugurata ieri e che rimarrà aperta sino agli inizi di ottobre, dà la possibilità al visitatore di scoprire più da vicino, questa opera che a detta di molti potrebbe essere considerata anche come la prima opera cinematografica realizzata dall’uomo, una sorta di pellicola scolpita sul marmo che racconta infatti una storia celebrativa, la conquista della Dacia. E’ uno dei monumenti simbolo della civiltà romana, lì nell’area dei Fori Romani, giunto intatto sino ai nostri giorni, realizzato per volontà dell’Imperatore, alla fine del II secolo a.C, nel momento di massima espansione di Roma, al termine della sua campagna per la conquista di quella che oggi è la Romania. La grandiosità dell’ opera a firma di Apollo d’Oro da Damasco, l’artista imperiale, porta inevitabilmente ad una domanda: ma come avranno fatto i Romani a costruirla? E, la risposta è all’interno di questa mostra.
Ecco come è fatta: 29 giganteschi blocchi di marmo bianco di Carrara, provenienti dalla cava che oggi viene chiamata dei Fantiscritti, imbarcati sulle navi dette marmorarie, arrivati a Roma risalendo il corso del Tevere, sbarcati e trasportati nella zona dei Fori e qui lavorati e messi in opera con l’utilizzo di imponenti macchine e carruccaole, visibili nella mostra grazie ad una loro fedele ricostruzione. All’ esterno la magnificenza dei bassorilievi che raccontano come un film l’impresa eroica, invece all’ interno della celebre Colonna, una scala elicoidiale che sale per arrivare sino in cima alla terrazza, da dove presumibilmente si poteva sostare per ammirare il panorama della Roma imperiale. Un percorso e una storia ricostruiti con una dettagliata ricerca di tutte le fonti disponibili, scritte, epigrafiche e figurative, raccolte da Giovanni Di Pasquale, storico delle scienze, al Museo Galileo di Firenze. « L’opera in se è un miracolo di ingegneria, architettura e di arte che ci racconta un’antichità che non siamo abituati a vedere – afferma Giovanni Di Pasquale – per noi antichità è arte, letteratura, filosofia. Questa mostra si può dire, ci racconta un po’ il bachground di questa storia». Forza, intelligenza, fatica e ingegno, macchine e maestranze specializzate, che narrano una tecnica edilizia raffinata e complessa, appresa in parte dagli Etruschi, nella quale i Romani seppero diventare veri maestri.
Un’avventura sorprendente e insolita, adesso tutta da ripercorrere, in un luogo che è nato ispirandosi ai modelli dell’architettura romana, nel cuore del Rinascimento, in una città come Firenze che all’interno dei suoi musei conserva numerose antichità dell’età traianea. Una mostra curata sapientemente dall’esperienza del Museo Galileo, che dona al visitatore un’esperienza completa di arte, ingegneria e architettura da non dimenticare.