Governo: approvato il Decreto Caivano

Governo: approvato il Decreto Caivano

Il Consiglio dei ministri ha adottato misure urgenti approvando un disegno di legge di contrasto alla criminalità minorile. Inasprimento delle pene, norme su arresto in flagranza di reato di spaccio, daspo urbano, fino alla perdita di potestà genitoriale in caso di appartenenza a un clan. Nordio: “Non vuole essere solo repressivo”.

Dopo i fatti di Caivano, il Governo di Giorgia Meloni ha adottato vari provvedimenti contro i reati minorili, riuniti sotto il Decreto Caivano.

Tale Decreto destina anche 30 milioni di euro in interventi per contrastare la situazione di disagio, criminalità minorile e vulnerabilità sociale che caratterizza Caivano. Finanziamenti che saranno da Fabio Ciciliano, proveniente dai reparti della Polizia di Stato e nominato per questo scopo commissario alla riqualificazione del comune campano.

Giorgia Meloni

Il lavoro per riqualificare Caivano durerà qualche anno con una presenza cadenzata del governo, ho detto ai ministri che ognuno di loro deve andare per portare i propri mattoni. Inviamo un commissario che possa parlare con tutti gli attori ed insieme facciano un lavoro che durerà molto tempo”, ha dichiarato la Premier italiana nel corso della conferenza stampa successiva al Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto.

Confermata la norma che abbassa da 9 a 6 anni il limite di pena in cui si possono adottare misure cautelari (Come il carcere), rendendolo così molto vicino a quello di 5 anni previsto per gli adulti. Mentre manca ancora l’abbassamento di età per l’imputabilità, come ha dichiarato Carlo Nordio, ministro della Giustizia: “Non si è minimamente intervenuti sulla imputabilità del minore. Tutto questo sarebbe stato contrario all’utilità e non è stato fatto”.

Prision Cells at Old Idaho Penitentiary in Boise, Idaho

Un’altra norma riguarda il fatto che se un minorenne già dedito al traffico di droghe faccia anche parte di un clan mafioso, ciò potrebbe causare la perdita di potestà per i genitori, tramite la segnalazione di un Pm al Procuratore per i minorenni. Anche nel caso in cui il minorenne non sia “Necessariamente autore del reato, potrà essere l’inizio per la perdita della potestà genitoriale”, spiega Nordio.

Provvedimenti anche per impedire l’uso del telefono cellulare ai minorenni condannati, una norma apprezzata da Matteo Salvini ma criticata da Antonio Tajani: “Questa è non è una questione risolutiva. Certamente per un giovane è un segnale forte ma non è che si risolve perché poi, magari, se lo fanno prestare dal fratello o trovano il modo di usarlo”, ha dichiarato Tajani bocciando la norma presente già nella bozza del decreto e infine approvata.

Matteo Salvini

Il divieto di utilizzo del cellulare rimarrà comunque una decisione del questore. “Il decreto” ha spiegato Matteo Piantedosiconsente al questore di proporre all’autorità giudiziaria la prescrizione sull’utilizzo e l’accesso a piattaforme informatiche nonché possesso e utilizzo di telefoni e dispositivi elettronici. Una previsione che ho visto essere stata molto discussa in preparazione di questo decreto. Abbiamo scelto una formulazione che limita la misura ai casi in cui si renda necessaria rispetto alla tipologia del reato commesso”.

Si ampliano inoltre i casi in cui un questore può decidere di disporre misure accessorie per i minorenni, come l’obbligo di rientrare o non uscire dalla propria dimora in determinati orari o l’obbligo di presentarsi a un comando di Polizia a giorni prestabiliti.

Matteo Piantedosi

Lo stesso Nordio spiega anche le azioni da intraprendere nei confronti dei genitori in caso di dispersione scolastica di un minorenne: “Nella linea che riguarda la tutela del minore è stata rafforzata la sanzione per i genitori che non fanno andare i figli a scuola o li ritirano anzitempo. Questo reato di dispersione assoluta fino a ieri era punito con una sanzione, noi lo abbiamo elevato a rango di delitto con la pena della reclusione fino a 2 anni. Devono esistete i presupposti ma crediamo che indirettamente venga aiutato il minore nel suo percorso di educazione”.

C’è anche una sorta di daspo urbano (Con relativo divieto di accesso in determinati luoghi pubblici) per i minorenni già a partire dai 14 anni di età, anche in caso di minaccia, violenza o resistenza a un pubblico ufficiale. Il provvedimento verrà notificato poi dal Tribunale ai genitori, o a chi ne esercita la responsabilità.

Il decreto doveva contenere anche una norma per vietare ai minorenni la visita di siti online porno, ora tradotta in un incentivo all’utilizzo del cosiddetto Parental Control. “Lo abbiamo fatto implementando il Parental Control, sono app che esistono già ma che non sono usate. Noi vogliamo che il Parental Control sia in prospettiva automatico, offerto in tutti i device. Come i seggiolini che hanno l’allarme in automatico”, ha spiegato Eugenia Maria Roccella, ministro per la famiglia.

 

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