
Commissione Europea: il Pil Italiano crollerà dell’11,2% nel 2020
Nel 3020 il PIL italiano scenderà’ oltre l’11% sotto lo zero
La Commissione Europea in questi giorni, ha studiato i dati relativi alla crescita del Pil nell’Ue; l’aspetto più interessante è rappresentato dal crollo dell’11,2% del Pil Italiano, dovuto sicuramente ai mesi di lockdown a causa dell’emergenza epidemiologica che salirà con un + 6,1% nel 2021.
Il Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni di fronte a queste percentuali ha ribadito che “c’è la necessità di un accordo per la ripresa proposto dalla Commissione ma spetta ai singoli Governi decidere se e come utilizzare il Mes “.
Pil Italiano, il dato peggiore dell’Ue
Mentre il Pil nell’Eurozona crollerà dell’8,7% rispetto al 7,7% stimato e nell’Ue a 27 dell’8,3% rispetto al 7,4%, il dato italiano è senza dubbio il peggiore, con un -11,2% quest’anno rispetto al -9,5%, con una ripresa del 6,1% per il 2021. Una doccia fredda per il nostro paese il cui dato sembra essere stato determinato, quasi sicuramente dalle conseguenze economiche dell’emergenza Covid e dai mesi di lockdown che ha costretto tutti a rimanere a casa.
“Nell’anno in corso l’economia dell’Ue subirà una grave recessione a causa della pandemia di coronavirus, nonostante una risposta politica rapida e globale sia a livello Ue che a livello nazionale, per cui l’impatto sull’attività economica del 2020 sarà più significativo rispetto a quanto previsto” ha spiegato la Commissione Ue.
Di fronte a questo dato, ecco il punto di vista del Commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, “in tutta Europa la risposta politica ha permesso di ammortizzare i danni per i nostri cittadini, ma la situazione rimane caratterizzata da disparità, disuguaglianze e insicurezza crescenti. Ecco perché è così importante raggiungere rapidamente un accordo sul piano di ripresa proposto dalla Commissione. Per quanto riguarda il Mes,era nato con finalità diverse, aveva condizionalità macroeconomiche per definizione insite nel suo meccanismo. Abbiamo lavorato perché le condizionalità macro fossero eliminate e penso che abbiamo fatto buon lavoro, ma resta il fatto che spetta ai singoli governi decidere se e quando utilizzarlo”.
Dietro all’Italia si piazza la Spagna con -10,9%, seguita dalla Croazia -10,8%, dalla Francia -10,6%, dalla Germania -6,3% e dall’Olanda -6,8%.
