Da Mario Draghi e Bce in corso manovre anti Trump

Da Mario Draghi e Bce in corso manovre anti Trump

La Bce comprerà nuovi titoli di Stato dei Paesi in difficoltà e apre un nuovo taglio dei tassi. E Trump va su tutte le furie:"Comportamento sleale"

Si accende lo scontro tra Trump e le scelte di Mario Draghi. Dagli Usa il Presidente Trump accusa a torto il governatore della Bce di concorrenza sleale nella politica monetaria. Il botta e risposta diretto e aggressivo da parte del Presidente americano, velato anonimo e da vero bancario di Draghi, si è aperto con l’intervento di quest’ultimo al forum portoghese a Sintra:«In assenza di un miglioramento che permettadi allineare l’inflazione ai nostri parametri di riferimento – ha confermato il presidente della Bce – ci sarà bisogno di nuove iniziative di stimolo. Tra questi ci sono ulteriori tagli tassi e un programma di acquisto di asset che ha ancora un considerevole spazio di espansione». Queste frasi hanno provocato una scossa alle Borse europee, con indici azionari in pennata, spread in calo a quota 242 e il dollaro che si è rafforzato di qualche punto sull’euro. «E’ davvero sleale per gli Usa» ha risposto Trump da un Twitter appena appresa la notizia. Da qui l’ultima replica di super Mario, che esclude intenzioni punitive nelle sue scelte nei confronti del dollaro.

L’attenzione ai movimenti di mercato e l’ossessionante guerra delle valute, hanno spinto forse Trump all’inusuale attacco a Mario Draghi, convinto che le altre Nazioni facciano ricorso a comportamenti e trucchi sleali per battere gli Usa. Un dollaro debole come arma da usare nello scontro commerciale globale rientra nella strategia dell’ attuale amministrazione di Trump in parallelo alle mosse intraprese sui dazi. Le accuse a Pechino di manipolare la propria valuta è spesso ricorrente, ma questa volta l’offensiva non è diretta contro un’entità politica ma contro lo stesso Mario Draghi e la Bce. E Trump per avere un dollaro debole fa pressione anche al presidente della Fed, Jerome Powell per abbassare sin da luglio i tassi e oggi ci sarà la riunione dell’Open market committee.

Infatti la Fed ha bloccato la serie dei 4 rialzi avvenuti nell’ultimo anno, in concomitanza con il rallentamento della crescita dell’economia Usa che comunque resta ancora lanciata verso il 2,3% questo anno. Ma la Fed di più non sembra disposta a fare, anche perchè il dollaro appare rafforzarsi più a causa dei dazi alle importazioni che per via dei tassi di interesse. Così la pressione di Mr.Donald continua e oltre a Powell investe anche Mario Draghi, ritenuto anche lui responsabile del dollaro forte.

Ma super Mario è tornato. L’uomo, il bancario, che da vero incantatore dei mercati giurò all’inizio del suo mandato che la Bce avrebbe fatto di tutto per fare da argine alla scommessa contro la sfiducia che si era abbattuta sull’euro. Super Mario che nel 2015 rinnovò quella scommessa varando il primo piano di acquisti di titoli che salvò i Paesi europei dal precipizio della deflazione. Adesso che l’inflazione e la crescita si stanno pericolosamente infiacchendo, a Francoforte scatta l’allarme: pesa la prospettiva di una Brexit disordinata, il neoprotezionismo trumpiano, e da ultimo, le situazioni di grande incertezza anche nell’eurozona, in particolare intorno al destino del nostro Paese. Così all’annuncio di Draghi, le Borse mondiali hanno obbidito, in particolare l’euro che ai segnali di super Mario si è flesso sul dollaro.

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