Il nostro ruolo di “pensionati” nella società. Di Francesco Martire Segretario nazionale UGL Pensionati

Il nostro ruolo di “pensionati” nella società. Di Francesco Martire Segretario nazionale UGL Pensionati

Francesco Martire, segretario nazionale dell'UGL pensionati affronta e descrive in modo molto realista e penetrante la difficile condizione dei pensionati in Italia, fra rifiuti e ostacoli grandi e opprimenti

Di Francesco Martire Segretario nazionale UGL Pensionati

Amici, ce lo chiediamo, che percezione abbiano gli altri componenti della società civile
riguardo a noi e come ci vedano? È importante! Ma altresì importante è come ci misuriamo
noi verso gli altri. Le pratiche ageistiche non mancano di certo! Basta avventurarsi verso le
banche e le assicurazioni per ricevere dei sonori rifiuti, sulle loro prestazioni. Per non parlare
dell’umiliante rinnovo della patente ogni 3 anni dai 70 agli 80 anni d’età. Ma chi siamo noi
per gli altri, ovvero, siamo quel che era Anchise portato in salvo sulle spalle dall’amorevole
figlio Enea? O siamo inutili orpelli da rottamare a far posto ad altri! Lodevole certamente la
legge sulla terza età 33/23, ancorché nobili i tentativi da parte anche della Chiesa, di restituire
una dignità esistenziale alla condizione dell’anziano in quanto tale. Sì restituire, perché noi
nei confronti della nazione Italia vantiamo solo crediti. Siamo quelli che abbiamo risollevato
insieme ai nostri genitori il paese dopo una guerra, siamo quelli che abbiamo creato tutte le
condizioni per l’avvento del boom economico, e nonostante fossimo detentori delle energie
per affrontare avventure più esaltanti e maggiormente appaganti per il nostro ego, siamo
rimasti lì al nostro posto fermi: nelle scuole, nelle banche, nei Ministeri nelle aziende.
Avremmo potuto fare di meglio, certo! Per il nostro ego. Ma eravamo consci di essere pezzi
piccoli ma insostituibili di un ingranaggio che faceva progredire la macchina Nazionale.
Adesso viene facile dire, che siamo tutti bravi! Ma togliendo l’antefatto, altro che progresso
e avanzamento! Saremmo gli ultimi in classifica. Ebbene sì, siamo pensionati e allora?
Dovremmo fare da bancomat a chi? “si badi bene” non ai bisognosi! Ma per soddisfare le
deliranti utopie di qualche progressista della domenica. E magari spianargli la strada della
politica. Abbiamo troppa esperienza! Non consentiremo a nessuno per quanto abile e cinico
di sfruttarci per fare carriera, dico a nessuno. E se la politica politicante, pensasse di poterci
sottovalutare e relegarci in una riserva indiana, e allora la nostra risposta sarà sanzionatoria e
implacabile nelle cabine elettorali. E se il Palazzo non volesse riceverci, noi saremo lì, sotto
le sue finestre a protestare vibratamente, facendo sventolare le nostre bandiere, urlando le
nostre ragioni. E state certi che lo faremo amici ove ve ne fosse la necessità!!
Signori ageisti e/o pseudo juvenilisti, del menga, se come soggetti umani di questo modello
di società: consumistica, mercificata e globalizzata, aveste in animo di connotarci come tanti
“Mastro Geppetto” del Collodi, e indurci a interloquire con i burattini di legno, vi sbagliate di
grosso! Siamo tanti! E viviamo da umani, parliamo tra umani, ci emozioniamo da umani, e
giammai indulgiamo al vaniloquio. Sappiate, che non ci lasceremo identificare in quella
metafora. Perché noi siamo Il mondo, quello vero e portatore di: valori di cultura, di storia, di
creatività di ingegno e ne saremo i tenutari a dispetto di chiunque non lo gradisse, nel presente
e nel futuro dell’Italia. Rassegnatevi! Noi Pensionati UGL siamo ancora a combattere sul
Carso e nelle trincee del Piave. Siamo gli opliti di Leonida alle Termopoli, gli Argonauti di
Giasone. Siamo l’equipaggio di Ulisse legato all’albero maestro, tetragoni al canto delle
sirene. Siamo le avanguardie del 3 millennio; e non saremo mai dico mai: “merce da conferire
sulle panchine dei giardinetti pubblici”. La società sarà anche liquida, ma noi giovani anziani,
sappiamo nuotare, tuffarci e riemergere a galla.

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