Londra, Trump incontra Theresa May e si dice pronto ad un accordo post Brexit
Il presidente Usa è giunto a Downing Street per la parte politica della sua visita di Stato nel Regno Unito. Clima, commercio e il caso Huawei i temi dell'incontro. Trump ribadisce che il sindaco di Londra è un perdente e rifiuta di vedere Corbyn: "E' una forza negativa"
“Gli Usa sono pronti a chiudere un accordo commerciale molto, molto sostanziale con il Regno Unito dopo la Brexit”. Lo ha detto Donald Trump prima del vertice con Theresa May, durante una tavola rotonda con esponenti del business a cui erano presenti la stessa premier e vari ministri e consiglieri economici (la foto è ripresa da Sky TG24). “E’ qualcosa che voglio fare e che la mia gente vuole fare”, ha insistito il presidente per poi rivolgersi scherzosamente alla May quasi per indurla a ripensare le dimissioni: “Non mollare, facciamo questo accordo”, ha aggiunto. Tutto questo è avvenuto ieri nella seconda giornata di visita nel Regno Unito. Trump è giunto a Downing Street accolto con un tappeto rosso dalla premier Theresa May con cui aveva in programma un incontro allargato alle delegazioni. Fra i temi la Brexit, l’Iran, il caso Huawei-5G. La May non ha fatto alcun commento riguardo all’epiteto di “perdente totale” rivolto da Donald Trump al sindaco di Londra, Sadiq Khan, mentre si è rivolta in tono critico verso lo stesso Khan e verso il leader del Labour, Jeremy Corbyn, dicendo che la partnership speciale fra Gran Bretagna e Usa va “salvaguardata” come garanzia per “la sicurezza nazionale” del Regno e considerata un’alleanza “di cui andare orgogliosi”.
Khan però non ha gradito l’attacco di Trump ed in una intervista a Sky News ha replicato: “Trump è il simbolo dell’estrema destra nel mondo incapace di parlare delle diversità e nelle mani di un gruppo di estremisti per quanto riguarda i rapporti con la comunità musulmana nel mondo”. Trump ha semplicemente confermato che secondo lui non è un buon sindaco e che non dovrebbe affatto criticare un rappresentante degli Usa. Ma non solo. Il presidente, con la sua verve travolgente, si è vendicato anche di Jeremy Corbyn, il leader laburista che lo ha boicottato alla cena di gala dalla Regina, che ieri ha riunito la folla a Trafalgar Square nella manifestazione contro il presidente statunitense ma che nel frattempo gli ha chiesto in segreto un incontro. “Non lo conosco bene, ma alla fine Corbyn ha chiesto di incontrarmi ma io gli ho risposto di no e non è una “fake news – ha detto Trump in conferenza stampa ai giornalisti. – Corbyn è una forza negativa, così come lo è il sindaco di Londra Sadiq Khan. Noi invece abbiamo bisogno di forse positive”.
Era previsto anche un bilaterale privato tra il presidente americano e la premier britannica (cioè senza i rituali consiglieri) ma è stato annullato all’ultimo. La May ha regalato a Trump una preziosa copia della bozza originale della Carta Atlantica, custodita da Winston Churchill nel suo studio fino alla morte e che l’allora premier britannico, il 14 agosto 1941, aveva firmato con il presidente americano Franklin Delano Roosevelt sulla nave da guerra Prince of Wales al largo del Canada. Non è un regalo scelto a caso, ma un ultimo potente monito della premier a Trump: la Carta Atlantica ha posto le basi dell’Onu, del libero commercio mondiale, della cooperazione globale per la pace e la sicurezza. Tutte cose che in passato Trump ha fatto capire che potrebbe ignorare.