
Medio Oriente: Netanyahu e il suo piano di occupazione di Gaza City
Nuovo piano di Tel Aviv per occupare Gaza City e trasferire gli abitanti nei campi di sfollati. Per Netanyahu”Vogliamo creare un perimetro di sicurezza e vogliamo consegnare Gaza alle forze arabe che la governeranno correttamente“, ma il capo di Stato maggiore dell’IDF prevede un’escalation dei problemi, anche economici, umanitari e sanitari.
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato questa mattina il piano del premier Benjamin Netanyahu per prendere il controllo di Gaza City, la città più popolosa della Striscia (prima del conflitto contava circa 600mila abitanti.

Secondo una nota dell’ufficio di Netanyahu, il disegno approvato a maggioranza prevede la garanzia “di assistenza umanitaria per la popolazione civile fuori dalle zone di combattimento” e la parallela smilitarizzazione di Gaza “con il controllo della sicurezza da parte di Israele“.
La teoria del Premier israeliano non è quella di occupare la cittadina, ma liberarla dalla presenza di Hamas: “Vogliamo creare un perimetro di sicurezza e vogliamo consegnare Gaza alle forze arabe che la governeranno correttamente“. Come data si parla del 7 ottobre prossimo. Non scelta a caso, dal momento che sarà il secondo anniversario dell’attacco di Hamas nel sud di Israele.

Benjamin Netanyahu
Le forze arabe di cui si parla Netanyahu dovrebbero essere “un’amministrazione civile alternativa“, quindi né Hamas né l’Autorità palestinese. Lo scopo, in teoria, sarebbe quello di mettere fine al conflitto, con conseguente liberazione degli ostaggi. Ma stando alle notizie gli abitanti della cittadina saranno trasferiti a forza in un campo per sfollati nel centro della Striscia.
Subito si sono levate voci contrarie. Mentre l’ONU esige che Tel Aviv “fermi immediatamente” tale piano, il tenente generale Eyal Zamir, capo di Stato maggiore dell’IDF, ha avvertito i ministri che “se Israele andrà avanti con un simile piano” la vita degli ostaggi sarà in pericolo “non abbiamo modo di garantire che non faremo loro del male“.

Eyal Zamir
Zamir ha poi espresso timori più estesi riguardo l’operazione militare, sostenendo che verrebbe svolta a costo della vita dei soldati, aumenterebbe le spese e provocherebbe ulteriori disordini umanitari e sanitari.
Da parte sua, Hamas ha dichiarato che “l’espansione dell’aggressione contro il nostro popolo non sarà una passeggiata. Il prezzo sarà alto e doloroso. Le parole di Netanyahu rivelano le vere motivazioni dietro il suo ritiro dall’ultimo ciclo di negoziati, nonostante fossimo vicini a un accordo finale. I suoi piani per espandere l’aggressione dimostrano che mira a liberarsi degli ostaggi e sacrificarli per i propri interessi personali“.
