
Migranti: nave Libra ripartita per l’Albania
Il Viminale conferma che la nave Libra è ripartita per l’Albania, con a bordo 8 migranti nei centri di Shengjin e Gjader. In tre giorni arrivati a Lampedusa 1.600 richiedenti asilo.
Il Viminale ha confermato che ieri la nave Libra della Marina Militare è di nuovo partita per l’Albania, con a bordo otto migranti destinati alle strutture allestite dal Governo italiano a Shengjin e Gjader. In verità l’annuncio del viaggio era stato già dato martedì scorso, ma ancora non erano specificati i tempi. L’arrivo della nave in Albania aprirà probabilmente un nuovo disaccordo tra Governo e magistratura, già accaduto per il primo viaggio della Libra: i giudici, quindi, potrebbero di nuovo annullare il trattenimento dei migranti negli hotspot.
Gli 8 migranti (per la cronaca: negli ultimi tre giorni a Lampedusa ne sono sbarcati 1.600) sono bengalesi ed egiziani. Un nono migrante, del Bangladesh, era pronto per il trasferimento ma, su richiesta degli operatori dell’Unhcr, è stato sbarcato a Lampedusa perché anziano e malato. I criteri per il passaggio in Albania sono infatti rigidi: solo uomini maggiorenni, soli, in salute, non vulnerabili e provenienti dai cosiddetti “paesi sicuri“.
Ed è proprio su questa definizione che la Magistratura si scontra con il Governo. Proprio oggi, dopo quelli di Roma, Bologna e Catania, il Tribunale di Palermo è intervenuto sulla questione di paesi considerati sicuri.

Una volta arrivati nella struttura di Shengjin, gli 8 migranti verranno sottoposti a controlli sanitari e di identificazione, per poi essere trasferiti a Gjader, dove saranno trattenuti in attesa dell’esito della domanda di asilo. Ma ricordiamo che il trattenimento disposto dal questore dovrà essere convalidato dai magistrati della sezione immigrazione del tribunale della di Roma, la cui decisione è prevista per domenica.
Già 18 ottobre scorso, in occasione del precedente viaggio della Libra, i magistrati avevano deciso di non convalidare il trattenimento dei dodici migranti soccorsi in acque italiane e portati nel centro di detenzione in Albania. I giudici, in quell’occasione, avevano imposto il rilascio dei 12 migranti per “l’impossibilità di riconoscere come Paesi sicuri gli Stati di provenienza delle persone trattenute“.
Il Viminale, da parte sua, ha fatto ricorso in Cassazione contro questa decisione. Probabilmente lo farà se, anche in questo caso, il tribunale imporrà il rilascio degli 8 migranti (il cui arrivo in Albania è previsto per domani) ma rivolgendosi alla Corte d’appello, come previsto dal decreto sui Paesi sicuri.
