Morte Giovanna Pedretti: si indaga per istigazione al suicidio

Morte Giovanna Pedretti: si indaga per istigazione al suicidio

Aperto un fascicolo, senza indagati, per accertamenti sulla morte della ristoratrice Giovanna Pedretti. Analisi di computer e cellulari per risalire all’origine della recensione negativa sul suo locale.

Per l’inchiesta sulla morta di Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria “Le Vignole”, il cui corpo è stato ritrovato domenica pomeriggio nel fiume Lambro, l’inchiesta ha preso una direzione precisa.

È stato infatti aperto un fascicolo, al momento senza indagati, e i carabinieri, coordinati dal procuratore Maurizio Romanelli, indagano per istigazione al suicidio. Per questa pista gli inquirenti stanno analizzando anche i numerosi commenti pubblici lasciati sui social nelle ore precedenti alla morte della ristoratrice. Lo scopo è quello di chiarire se la morte della donna sia collegata in qualche modo ai commenti negativi sui social seguiti a una recensione di un cliente.

Nel frattempo, sulla saracinesca abbassata della pizzeria è apparso il cartello: “Niente fiori e oggetti davanti alle vetrine“, forse per evitare che la zona davanti al ristorante si trasformi in un memoriale.

Alle 4 di domenica mattina, Giovanna Pedretti era uscita di casa a bordo della sua auto, dirigendosi verso il fiume Lambro, dove è stata recuperata morta il pomeriggio seguente. Nei giorni precedenti, la donna era diventata famosa nei social e nei media a causa di una recensione negativa, in mezzo a moltissime altre positive, di un cliente che, pur lodando la cucina, si era lamentato per aver dovuto mangiare vicino a una copia di gay e alcuni disabili.

Post alla quale la ristoratrice aveva risposto con eleganza e rispetto. Venne anche ascoltata dai carabinieri, come persona informata sui fatti, in merito a tale recensione negativa, risalente al 2023.

Poi iniziarono altri commenti negativi e recensioni, coinvolgendo anche i media, che la accusavano di aver montato ad arte il caso per ottenere pubblicità. Pubblicità di cui il ristorante non aveva bisogno, in verità. Fondata nel 2014, la pizzeria “Le Vignole” era gestita dalla stessa Pedretti con abilità e oculatezza, al punto da attraversare indenne l’era Covid.

Tra l’altro, ad alimentare l’ipotesi di una trovata pubblicitaria fu anche un intervento di Selvaggia Lucarelli, alla quale ha risposto direttamente la figlia di Giovanna Pedretti.

L’accanirsi è pericoloso. Grazie cara ‘signora’ per aver massacrato per via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima“, ha dichiarato infatti Fiorina D’Avino.

Inoltre, a bordo e nei pressi dell’auto di Giovanna Pedretti, proprio dove i sommozzatori ne hanno recuperato il corpo, sono state rinvenute tracce di sangue. La vettura è stata quindi sequestrata, e nei prossimi giorni si svolgeranno anche l’autopsia e gli esami tossicologici sul corpo della donna, come da prassi.

I carabinieri della compagnia di Lodi hanno anche chiesto ulteriori chiarimenti a Google sulla recensione negativa, oltre ad analizzare i vari supporti informatici. Ma non sarà semplice: la recensione è stata infatti cancellata nel frattempo, e nell’unica immagine a disposizione degli inquirenti, lo screenshot della recensione, il nome dell’utente è oscurato.

Pedretti, come spiegò ai carabinieri, avrebbe fatto lei stessa lo screenshot del commento, dove l’ignoto cliente si lamentava di essere stato “Messo a mangiare di fianco a dei gay e a un ragazzo in carrozzina”.

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