
Morto il regista David Lynch
Il regista David Lynch è deceduto per enfisema polmonare. L’annuncio della famiglia e i messaggi del mondo del cinema. Spielberg: “Il mondo sentirà la mancanza di una voce così unica e originale”.
David Lynch, uno dei più amati e originali registi della storia del cinema, è morto ieri all’età di 78 anni. Da tempo era ammalato di un grave enfisema polmonare, che lui stesso aveva attribuito alla sua passione per il fumo.
A darne la notizia è stata la famiglia Lynch su Facebook: “È con grande cordoglio che noi, la sua famiglia, annunciamo la morte dell’uomo e dell’artista David Lynch. Apprezzeremmo un po’ di privacy in questo momento. C’è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma come avrebbe detto lui, “guarda la ciambella e non il buco”. È una bella giornata con un sole splendente e cielo blu dappertutto”.
David Lynch nacque a Missoula, in Montana, nel 1946, da madre insegnante di inglese e padre ricercatore della Forestale degli Stati Uniti. A causa del lavoro itinerante del genitore, David si trasferì cinque volte prima di compiere 15 anni, spostandosi con la famiglia nell’Idaho, nello stato di Washington, in North Carolina e in Virginia.
Dopo le scuole superiori si trasferì a Boston per studiare arte, ma lasciò dopo un anno. A diciannove anni a Salisburgo per studiare con il pittore espressionista Oskar Kokoschka, ma l’artista non era in città. David si recò poi ad Atene, ma la capitale greca non gli piacque e tornò a casa dopo due settimane. Nel 1965 andò a vivere a Philadelphia per studiare all’Academy of the Fine Arts, dove conobbe la sua prima moglie, Peggy Lentz. Nel 1971 si spostò a Los Angeles, dove ha vissuto fino alla morte.

Una scena di Twin Peaks
Nel 1966 iniziò la sua carriera nel cinema con il Six Men Getting Sick girato con un budget di 200 dollari con Jack Fisk, un suo amico che negli anni successivi fece da direttore artistico per diversi suoi film. Due anni dopo girò The Alphabet, il primo corto con veri attori (la sola moglie) e che conteneva già molti elementi del suo stile unico, che migliorerà negli anni successivi. Grazie al corto Lynch riuscì a ottenere un finanziamento dall’American Film Institute per girare un altro cortometraggio, The Grandmother, molto più lungo. Il suo primo, vero film fu Eraserhead, uscito nel 1977. Da lì fu una lunga e brillante carriera, da Strade perdute (1997) fino a Cuore selvaggio (1990), passando per The Elephant Man (1980) e Dune (1984).
Ma è con la serie Tv Twin Peaks, andata in onda tra il 1990 e il 1991, che Lynch, per primo, mostrò le reali potenzialità della serialità televisiva, incollando ai televisori milioni di telespettatori impazienti di sapere chi avesse ucciso Laura Palmer. Lynch aveva poi ripreso la serie nel 2017 per una terza stagione a sua volta molto apprezzata, seppur di successo assai inferiore.
Il suo stile unico, visionario e originale fu tale da dare origine a un vero e proprio termine, lynchiano, per definire i film o le opere caratterizzate da temi spiazzanti, trame originali e visionarie, talvolta violente. Uno stile artistico che contrastava con la sua natura di uomo gentile, socievole e pacifico.
Stephen Spielberg, tra i primi a commentare la morte di Lynch: “Il mondo sentirà la mancanza di una voce così unica e originale. I suoi film hanno già superato la prova del tempo e lo faranno sempre“.
Ron Howard ha ricordato il regista come “un uomo gentile e senza paura che seguiva il cuore e l’anima e che ha dimostrato come la sperimentazione radicale potesse produrre un cinema indimenticabile“.