Oltre 20mila posti pubblici vacanti per i concorsi bloccati

Oltre 20mila posti pubblici vacanti per i concorsi bloccati

Quello che succederà adesso sarà legato anche all’insediamento del nuovo esecutivo, che dovrà, quindi, trovare la difficile quadra tra il bilanciamento di un settore – quello dei concorsi – in crisi ormai da quasi un anno e la necessità di coprire quei posti ora disponibili, con il diritto alla salute dei candidati, tutelato dall’articolo 32 della Costituzione.

Dallo scorso novembre le prove preselettive, scritte e abilitazioni professionali sono sospese; è invece ancora possibile lo svolgimento di concorsi, in varie modalità, per le professioni sanitarie e le Forze dell’ordine. Per tutti gli altri enti pubblici il dpcm del 3 novembre ha trovato una parziale soluzione per sopperire alla mancanza di organici consentendo l’utilizzo delle graduatorie di merito vigenti già approvate da altri enti pubblici,  consentendo quindi una chiamata inaspettata per gli idonei non vincitori.

Gli altri concorsi non rientranti nelle eccezioni precedenti hanno visto la sospensione momentanea diventare di lungo periodo con il Dpcm del 3 dicembre, che l’ha di fatto prolungata fino al 15 gennaio.

A quanto ammonta il numero dei posti che i concorsi bloccati tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 mettevano a bando? Mettendo insieme i numeri dei bandi pubblicati in quel periodo «il dato si attesta intorno ai 20mila posti sospesi», dice alla Repubblica degli Stagisti Martina Bortolotti dell’ufficio stampa Cgil Funzione Pubblica. Il numero è del tutto approssimativo, e aumenta se si prendono in considerazione i concorsi autorizzati negli ultimi mesi e non ancora partiti e quelli straordinari previsti anche dal Decreto Rilancio. Secondo una ricerca pubblicata a inizio luglio del portale Forumpa la cifra è pari a oltre 37mila. E ora si cerca di recuperare.

Ognuno degli enti che gestiscono i concorsi pubblici avrà il compito di informare i candidati sulle modalità del concorso post Covid, tramite pec o con una comunicazione sul sito, e restano comunque valide le modifiche introdotte dal Decreto Rilancio come la possibilità di svolgere le prove in modalità decentrata o di svolgere gli orali in videoconferenza.

Tante nuove regole e costi aggiuntivi, per un settore che è stato totalmente bloccato, con concorsi che da un anno ormai procedono mensilmente al rinvio delle comunicazioni ed altri di cui non si ha più notizia. Lasciando nel limbo giovani e meno giovani che su quelle selezioni avevano puntato.

Quello che succederà adesso sarà  legato anche all’insediamento del nuovo esecutivo, che dovrà, quindi, trovare la difficile quadra tra il bilanciamento di un settore – quello dei concorsi – in crisi ormai da quasi un anno e la necessità di coprire quei posti ora disponibili, con il diritto alla salute dei candidati, tutelato dall’articolo 32 della Costituzione.

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