
Pnrr: a che punto è la terza rata. A Roma i tecnici europei
L’Italia aspetta la terza rata da 21,8 miliardi di euro del Pnrr. Nel frattempo degli inviati Ue sono giunti a Roma per discutere sulle modifiche che il Governo Meloni vuole apportare al piano. Zangrillo propone di spostare alcuni progetti al 2029.
L’Italia è in attesa della terza rata prevista per il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), nel frattempo ieri alcuni tecnici dell’Ue guidati da Céline Gauer sono giunti a Roma per discutere, in quello che è ormai il quarto colloquio di questo genere, delle modifiche che il Governo attuare al Pnrr, e rimarranno nella Capitale fino al 16 giugno.
Una visita dovuta, come confermano anche Raffaele Fitto, ministro per gli affari europei e politiche di coesione del governo Meloni, e Nuyts Weerle, portavoce della Commissione europea, dal momento che tutti i paesi che aderiscono al Pnrr partecipano a incontri con i tecnici europei ogni sei mesi.

Raffaele Fitto
“Sono visite che si svolgono ogni sei mesi in tutti i paesi” conferma Fitto “In tutti i Paesi”, negando così che la visita di ieri sia un caso specifico per l’Italia. Stessa rassicurazione da un portavoce della Commissione europea: “Si tratta di incontri regolari con i Paesi interessati che avvengono fisicamente e virtualmente per fare il punto della situazione”.
Quello di ieri a Roma è l’ultimo incontro per rispettare i requisiti entro fine agosto e accedere alla quarta rata. Lo scopo è definire se le voci di spesa previste siano coerenti con gli obiettivi del Governo italiano, affinché siano effettivamente raggiungibili e i fondi siano impiegati in modo costruttivo. Gli obiettivi da raggiungere in Italia, con i finanziamenti del Pnrr, sono centinaia. Già nella sola Capitale parliamo di 290 progetti per un totale di più di un miliardo di euro ottenuti da Roma Capitale nell’ambito del Piano.
Nei giorni scorsi l’opposizione ha criticato dei presunti ritardi del Governo Meloni sul Pnrr, attacchi respinti dallo stesso Fitto, che sottolinea la necessità di raggiungere i traguardi entro i tempi limite, ma anche in modo chiaro: “Dobbiamo fare velocemente ma bene. Abbiamo operato fino a oggi senza il Patto di stabilità mentre ora siamo alla vigilia del suo ritorno e non possiamo fare finta di nulla”. Secondo il ministro, inoltre, “è falso dire che siamo in ritardo. Stiamo lavorando per verificare quali progetti non andranno in porto in tempo: dobbiamo fare velocemente ma non fare in fretta”.

Giorgia Meloni
Per quanto riguarda le scadenze, il Governo vorrebbe presentare alla Commissione europea un progetto in cui gli obiettivi vengano spostati in un fondo parallelo con scadenze più lunghe rispetto a quelle del Pnrr base: il piano europeo del RepowerEu, dove potrebbero essere spostati i fondi che non si riescono a spendere entro il 2026, evitando così di perderli.
Da parte sua Paolo Zangrillo, Ministro per la pubblica amministrazione nel governo Meloni, chiede di essere più selettivi e concentrarsi sui progetti effettivamente realizzabili entro la scadenza del 2026.

Paolo Zangrillo
“Noi stiamo facendo a livello centrale un lavoro di ridefinizione del Pnrr. Lo stiamo facendo non per mettere in discussione le decisioni che sono state assunte precedentemente e che noi abbiamo ereditato ma perché semplicemente si è modificato il contesto. Il contesto nel quale fu costruito il progetto originario del Pnrr non è più praticabile. Adesso la necessità è quella di chiedere a ciascun ente attuatore di individuare quali sono i progetti che effettivamente possono essere realizzati entro il 2026, quindi quali sono le risorse che effettivamente possono essere spese e su queste lavorare per rispettare i tempi“.
Ma sottolinea anche la possibilità di spostare la scadenza di alcuni progetti al 2029: “Abbiamo la possibilità di dirottare alcune iniziative su dei fondi che hanno un respiro temporale più ampio. Mi riferisco ai fondi di coesione che non si chiudono nel 2026 ma nel 2029” ha dichiarato infatti il ministro “Quindi anche la Liguria, come le altre Regioni, sta facendo questo esercizio e credo che in questi mesi la Liguria abbia dimostrato di avere le idee chiare su come impostare lo sviluppo di questo territorio“.
