Pnrr: Fitto propone di salvare nei Fondi di coesione i progetti in ritardo

Pnrr: Fitto propone di salvare nei Fondi di coesione i progetti in ritardo

Dei 126 miliardi di euro assegnati del Pnrr assegnati all’Italia, solo 46 sono stati effettivamente impiegati. Il Governo lavora per prorogare al 2030 una parte delle spese. Raffaele Fitto propone di spostare i progetti al Fondo coesione.

In questi giorni il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha dichiarato che la terza rata del Pnrr (Da 19 mld di euro) destinata all’Italia è ormai in arrivo, ma nel corso di una riunione in Parlamento, dedicata proprio a questi finanziamenti, ha sottolineato la scarsità dell’effettivo utilizzo dei fondi: “A fronte di 126 miliardi assegnati all’Italia nella programmazione 2014-2020, la percentuale di spesa è pari al 34,5%, al penultimo posto in Europa, è un dato che vogliamo fare finta che non ci sia?”.

European Union flag. Free public domain CC0 photo.

La ripartizione dei fondi sta subendo quindi dei rallentamenti, che rendono difficile il raggiungimento degli obiettivi entro la data di scadenza fissata nel 2026 (Ad esempio nel progetto di Cinecittà, che deve raggiungere degli obiettivi minimi per poter accedere ai 262 mln di euro previsti per l’istituto). In particolare molti presidenti di Regione, soprattutto nel sud Italia, lamentano la mancata ripartizione dei finanziamenti iniziati nel 2020, fondi che, in verità, dovevano essere gestiti dai due precedenti governi. C’è anche una certa fretta, che non aiuta: al sud Italia è destinato infatti il 75% dei fondi, e la rendicontazione avverrà entro la fine di quest’anno.

Cinecitta

Ma secondo Fitto non si può discutere dei nuovi fondi fino a quando non verrà completato il monitoraggio del Pnrr relativo al periodo ancora precedente, tra il 2014 e il 2020, e intende spalmare sui Fondi Coesione e Sviluppo del 2030 quei progetti che ormai non potranno completarsi entro il 2026 (Ad esempio la linea ad alta capacità Napoli-Bari, che sin dall’inizio si sapeva difficile da realizzare entro il 2028).

Entro fine anno dovranno quindi essere spesi altri 29,9 miliardi (Il 46% del valore delle risorse previste). “Sarebbe necessario spendere, in meno di un anno, un volume di risorse quasi pari a quanto rendicontato complessivamente dal 2015 a oggi” ha dichiarato Fitto. Praticamente da oggi, primo maggio, fino a dicembre andrebbe spesa la stessa cifra che finora l’Italia ha utilizzato in otto anni. Per questo molte regioni, visti i ritardi nei progetti principali, stanno pensando di dirottare i finanziamenti verso altri progetti, più ordinari e fattibili entro la data di scadenza, allo scopo di non perdere il diritto alle rate future.

 

 

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