Sport: morto Totò Schillaci

Sport: morto Totò Schillaci

Totò Schillaci è deceduto per una malattia ai polmoni a Palermo, sua città natale. Era ricoverato da tempo. Capocannoniere a Italia ’90, la carriera da Inter a Juventus e i ricordi con Roberto Baggio.

L’ex calciatore Salvatore “Totò” Schillaci è deceduto a 59 anni nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico a Palermo, dove era ricoverato dal 7 settembre scorso per un cancro ai polmoni, che nelle ultime settimane aveva fatto aggravare le sue condizioni.

A comunicarlo per prima è stata una nota ufficiale della Direzione Sanitaria dell’ospedale: “Si comunica che in data 18/09/2024 alle ore 9:55 è deceduto il sig. Salvatore Schillaci, già ricoverato presso questa Azienda ospedaliera. La Direzione e il personale sono vicini alla famiglia nel ricordo anche dell’affetto di cui ha sempre goduto il grande campione“.

Schillaci aveva già subito degli interventi nella clinica La Maddalena, e le prime comunicazioni sulle sue condizioni, all’epoca, erano apparse sul suo profilo social: “Totò è in condizioni stabili ed è controllato da una equipe di medici notte e giorno. Forza Totò” con la famiglia che aveva specificato di aver messo il post “viste le innumerevoli chiamate da parte di molte testate giornalistiche e viste le brutte notizie che circolano”.

Diceva di sé stesso: “Da piccolo sognavo di fare il calciatore e, insieme a questo, ho realizzato tutti i miei desideri: per esempio, giocare nella Juve. Mi sarei accontentato di poco, invece il calcio mi ha dato tutto: fama, vittorie, denaro“.

Nazionale italiana ai mondiali 1990

Nato a Palermo a dicembre del 1964, poi calciatore nel Messina, Juventus, Inter, Jùbilo Iwata e nazionale italiana, divenne famoso per i mondiali di del 1990, insieme a colleghi del calibro di Roberto Baggio in quelle che vennero poi definite le “Notti magiche di Italia ‘90”.

Di quell’occasione Schillaci disse: “Era una squadra di grandi campioni, Baggio Baresi Vialli Maldini Ancelotti, e io ho avuto l’onore di giocare con loro. Era un ambiente importante, io ero orgoglioso perché non è che c’erano tutti questi siciliani nel giro azzurro”.

Pur venendo dalla serie B, in quel Mondiale Schillaci mostrò un’eccellente stile, al punto da segnare sei gol, passando da riserva a capocannoniere. Non furono sufficienti per la vittoria: Maradona sconfisse gli azzurri ai rigori nella semifinale di Napoli. Ma la nazionale italiana del commissario tecnico Azeglio Vicini entrò lo stesso nella storia dello sport: “Mi danno tutti del tu, sono rimasto quello di allora. Quando mi chiedono cosa associo alle ‘notti magiche’, rispondo: Totò Schillaci. Dovrei dire grazie alla Nannini. Quella era la colonna sonora di un’Italia allegra che sognava il Mondiale e ci seguiva con entusiasmo, io senza saperlo ero al centro di tutto questo. Ma l’ho capito dopo”.

Roberto Baggio

A proposito del suo rapporto con Roberto Baggio, Schillaci amava ricordare un episodio in particolare: “Nella finalina con l’Inghilterra mi procurai un rigore. Baggio mi disse: tiralo tu, così vinci la classifica dei bomber. Un regalo inatteso”.

Con quel rigore Schillaci riuscì a diventare il capocannoniere di Italia ’90. Con Baggio aveva una sorta di competizione professionale, forte ma rispettosa. Totò, di umili origini, cresciuto in quartiere povero, amava i grandi personaggi e ricordava le telefonate di Gianni Agnelli: “Quasi ogni domenica, nessuno mi ha mai messo soggezione come lui, capiva di calcio, ma incuteva timore“.

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