Torino: indagata l’ex moglie di Claudio Foti. I legami con la storia di Bibbiano

La Procura di Torino ha aperto un fascicolo di indagini per presunti maltrattamenti su due bambini da parte di una coppia cui erano stati affidati dal 2013. Tra gli indagati anche Nadia Bolognini, psicoterapeuta ed ex moglie di Claudio Foti, già collegato ai fatti, molto simili, di Bibbiano.

Foti, considerato l’epicentro del centro studi Hansel e Gretel di Torino, nel corso del processo “Angeli e demoni” è stato condannato il mese scorso a quattro anni di carcere per abuso d’ufficio e lesioni, a causa delle manipolazioni psicologiche a cui erano sottoposti i bambini affidati al suo centro.
Parliamo del famoso scandalo di Bibbiano. Ora, per gli inquirenti nel 2013 due bambini, un maschio e una femmina di origini nigeriane, vennero affidati dai servizi sociali del Comune di Torino a due donne, dopo essere stati tolti con un pretesto alla famiglia originaria. Secondo le indagini, le due donne avrebbero poi maltrattato i due bambini.

Una storia talmente simile a quella di Bibbiano che gli inquirenti si stanno ora chiedendo se questo sistema non sia in realtà molto più esteso e ramificato di quanto si credesse. Ma le modalità non sono l’unico legame tra i due casi. Tra gli indagati, che secondo gli inquirenti potrebbe aver modificato referti psicologici per favorire affidi facili, c’è anche quello di Nadia Bolognini, ex moglie di Claudio Foti, considerato anche dai giudici il ras del caso di Bibbiano. La Procura ha perquisito lo studio della psicoterapeuta, mettendola sotto indagine insieme alle due donne a cui erano stati affidati i bambini, oltre a disporre verifiche sui vari assistenti, dirigenti e funzionari coinvolti in qualche modo con questa storia.

Claudio Foti

A sollecitare il caso fu Maurizio Marrone, esponente di Fratelli d’Italia e consigliere regionale all’epoca dei fatti, che tra l’altro aveva anche messo insieme varie segnalazioni raccolte in una relazione trasmessa alla Procura, presentando poi anche un esposto al Ministro della Giustizia Marta Cartabia.

Nel 2019 abbiamo presentato un ordine del giorno per istituire un’indagine conoscitiva per fare luce sul sistema piemontese per l’allontanamento di minori: questa azione ha evidenziato che c’è un sistema che non funziona” spiega Marrone “Il sistema di controlli è solo sulla carta. C’è un’opacità che consente influenze tra interessi privati e pubblici. Non esiste un sistema di verifica dei giudici onorari del tribunale dei minori, c’era quindi terreno fertile per consentire abusi. Abbiamo udito famiglie che hanno lamentato che gli allontanamenti siano davvero disposti con facilità e che nelle fasi successive non ci sia contradditorio e che gli allontanamenti durino anni e anni, oltre la media nazionale”.

Ora la stessa Procura della Repubblica di Torino dichiara che ci sono “Preoccupanti analogie con le vicende giudiziarie di Bibbiano“, anche qui i bambini erano stati tolti ai genitori e affidati alle due donne sulla base di una “Dichiarazione di adottabilità”. Per attivarla venivano usate accuse false nei confronti della famiglia originaria, abbastanza gravi da togliere l’affido.

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