
Albania: la Corte sospende l’accordo sui migranti con l’Italia
L’opposizione ha presentato dei ricorsi contro l’accordo tra Tirana e Roma per l’apertura di due centri gestione migranti in Albania. Ulteriori trattative rimandate all’anno prossimo. Da Palazzo Chigi nessuna preoccupazione per il rinvio.
La ratifica dell’accordo tra Roma e Tirana per l’apertura di due centri di accoglienza migranti è rimandata al prossimo anno. Alla vigilia della riunione dedicata in Parlamento, prevista per oggi, la Corte costituzionale albanese ha infatti bloccato l’approvazione dell’accordo, accogliendo così due ricorsi presentati dal Partito democratico e da altri 29 deputati, incluso l’ex premier di centrodestra, Sali Berisha.

Sali Berisha
L’opposizione, nei suoi ricorsi, sottolineava come l’accordo Roma/Tirana per l’apertura di centri di accoglienza in Albania violasse la Costituzione e le convenzioni internazionali. Ora le trattative sono bloccate finché i giudici non decideranno ulteriormente.
Nel pomeriggio di ieri, la presidente della Corte, Holta Zaçaj, ha dichiarato che “I ricorsi presentati rispettano i criteri richiesti e ha deciso di esaminarli in seduta plenaria” per poi sottolineare come nell’accordo tra i due paesi “Potrebbe esserci una violazione della procedura in termini di dibattito pubblico, di trasparenza. Oltre a ciò, non vi è sostanzialmente alcuna violazione in quanto la sicurezza e l’interesse pubblico dell’Albania non saranno danneggiati. Non c’è niente di straordinario, è un accordo standard secondo il quale uno Stato sovrano permette ad un altro Stato sovrano di utilizzare un determinato territorio e di averlo sotto amministrazione”.

Edi Rama e Giorgia Meloni
La decisione della Corte costituzionale albanese è arrivata poco dopo che Gazment Bardhi, deputato dell’opposizione e firmatario di uno dei ricorsi, aveva accusato i giudici dell’istituzione di tardare la loro decisione perché “In coordinamento con il premier Rama”. La Corte ha però respinto un terzo ricorso, quello del Partito democratico guidato da Lulzim Basha, per mancanza di documentazione.
Facciamo un passo indietro. A novembre scorso Giorgia Meloni e il suo omologo albanese Edi Rama avevano sottoscritto un’intesa per l’apertura di due centri di accoglienza e identificazione dei migranti giunti tramite la rotta del Mediterraneo, uno nel porto di Shëngjin, nord dell’Albania, l’altro nell’entroterra del paese, a Gjadër. Tirana si era offerta così di accogliere a spese del Governo italiano 3mila migranti (Fino a un flusso annuale di 36mila), in attesa delle procedure di identificazione.
Da parte di Palazzo Chigi, pur non essendoci commenti sulla decisione della Corte albanese, non c’è preoccupazione per tale rinvio. Il prossimo appuntamento dei giudici è previsto per il 18 gennaio prossimo, e una decisione potrebbe arrivare già entro fine febbraio. Anche se, almeno tecnicamente, la Corte ha tempo fino al 6 dicembre prossimo per prendere una decisione definitiva.
