
Omicidio Bolzano: confermato ergastolo per Benno Neumair
La Corte d’appello di Bolzano ha confermato la condanna all’ergastolo per Benno Neumair, il ragazzo che quasi 3 anni fa uccise i genitori e ne occultò i corpi. Non potrà quindi accedere al programma di giustizia riparativa che aveva richiesto. Rifiutata la richiesta di semi infermità mentale.
Confermata ieri dalla Corte d’appello, riunita in camera di consiglio, la condanna all’ergastolo nei confronti di Benno Neumair, già stabilita in primo grado il 19 novembre scorso. L’imputato non era presente in aula quando è stata emessa la sentenza, e nel corso dell’udienza sia la difesa sia l’accusa hanno rinunciato alle repliche. Con la condanna per duplice omicidio Neumair non potrà nemmeno più accedere al programma di giustizia riparativa che aveva richiesto, e al quale avrebbe dovuto partecipare insieme alla sorella Madè.
Nel corso del processo la difesa aveva chiesto il riconoscimento della semi infermità mentale e la non imputabilità per Neumair, previa riqualificazione del reato di distruzione di cadavere in occultamento ed esclusione dell’aggravante della premeditazione. Richieste rigettate con la sentenza di ieri, formulata dalla procuratrice generale della Corte d’Appello, Donatella Marchesini.
Era il 4 gennaio del 2021 quando, secondo le ricostruzioni degli inquirenti e la confessione dello stesso imputato, Neumair strangolò i genitori Laura e Peter Perselli con una corda in una casa di via Castel Roncolo, vicina al centro storico di Bolzano. Per quasi un mese Neumair respinse poi ogni coinvolgimento e si disse preoccupato per la sparizione dei genitori.
Ma quasi subito le sue dichiarazioni iniziarono a non convincere gli inquirenti, che focalizzarono le indagini su di lui. Così il ragazzo venne arrestato il 29 gennaio dello stesso anno e, dopo il ritrovamento dei corpi del corpo di Laura Perselli il 6 febbraio (Quello di Peter venne recuperato il 27 aprile), crollò e decise di confessare. Le sue dichiarazioni vennero anche incrociate con gli indizi già raccolti dal Ris, il reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri.
Dalle ricostruzioni e dalla confessione, è emerso che Neumair, dopo l’omicidio, aveva tentato di disfarsi dei corpi gettandoli nel fiume Isarco, per poi tornare in casa a ripulire le prove, e infine recarsi a casa di un’amica per crearsi un alibi. Il movente dell’omicidio sembra fosse di natura economica.
Secondo le perizie, Neumair era in grado di intendere e volere, al momento del duplice omicidio e, oltre che da motivi economici, le sue azioni sarebbero scaturite da un disturbo narcisistico della personalità che però, sempre in base alla perizia, non avrebbe compromesso la sua lucidità mentale.