
Caso Almasri: Piantedosi in Parlamento “Espulso perché pericoloso”
Piantedosi ribadisce in Parlamento i motivi del rilascio di Almasri. Nordio: ”Evidenzio che l’espulsione che la legge attribuisce al ministro dell’Interno è stata individuata come misura in quel momento più appropriata”.
Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, nel corso di una riunione in Senato a proposito del caso Almasri ha ribadito che “è stato rilasciato per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto“.
Ha poi precisato: “Almasri era stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’ e, quindi, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma e la citata Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello. Il 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa. L’uomo è stato dunque rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto“.
Da parte sua, Carlo Nordio ha dichiarato: ”Evidenzio che l’espulsione che la legge attribuisce al ministro dell’Interno è stata individuata come misura in quel momento più appropriata, anche per la durata del divieto di reingresso, a salvaguardare la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico che il Governo pone sempre al centro della sua azione unitamente a ogni profilo di tutela dell’interesse nazionale”.
Interpellato sull’argomento anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che afferma: “Noi non siamo sotto scacco di nessuno. Siamo un Paese sovrano e facciamo la nostra politica. L’opposizione può dire ciò che vuole, ma c’è stato un vizio e quindi il governo e soprattutto la magistratura, che è indipendente, ha agito nel rispetto del diritto“.

Antonio Tajani
Ma chi è Almasri? Questo è il suo nome di battaglia, e in lingua araba significa “l’egiziano”. Il suo vero nome potrebbe essere Osama al-Najeem. Conosciuto come “il torturatore di Mitiga”, su di lui pende un mandato di arresto internazionale, con l’accusa di crimini contro l’umanità e crimini di guerra dalla Corte penale internazionale. Considerato responsabile di aver coordinato, ordinato e eseguito omicidi, violenze sessuali e torture nelle strutture carcerarie di Tripoli, in particolare quella di Mitiga, dove vengono raccolti i migranti che dovrebbero raggiungere l’Europa. I fatti a lui contestati sono stati presumibilmente commessi in Libia a partire dal 2015, come parte di rada, un gruppo militare islamista. Uomo di fiducia del signore della guerra Abdel Raouf Kara, il leader della milizia che controllo l’aeroporto e le carceri, inizia la sua carriera militare contro le forze di Gheddafi e poi contro l’Isis e infine contro i mercenari di Haftar.
È stato varie volte in Europa in questi anni, Italia inclusa, in Italia, prima del mandato di cattura internazionale formalizzato dalla Corte penale internazionale il 18 gennaio scorso. Arrestato domenica scorsa a Torino, liberato ieri e rimpatriato in Libia con un volo di Stato italiano, da cui le precisazioni di Piantedosi in parlamento.