E’ la Cina a vincere la sfida: Qu Dongyou è il nuovo direttore Fao

E’ la Cina a vincere la sfida: Qu Dongyou è il nuovo direttore Fao

La vittoria del viceministro dell'Agricoltura di Pechino ora suona però come un sonoro schiaffo per l'Ue e Usa

Alla Fao da ora in poi, per un quinquennio si parlerà il cinese. E’ infatti Qu Dongyou ad essere stato eletto direttore generale di questo organismo mondiale, vincendo con una maggioranza consistente la rivale francese, Catherine Geslain-Lanéelle, candidata favorita dall’Ue, ottenendo ben 108 voti contro i suoi 71. Qu Dongyou già viceministro dell’Agricoltura in Cina, ha 55 anni ed è un biologo. E così da quell’edificio pensato da Mussolini per ospitare il ministero per l’Africa, la Cina potrà avere ora un’influenza maggiore e incisiva proprio in questo continente, dove come è noto da tempo, ha già messo le mani in pasto, impiegando enormi investimenti in progetti e infrastrutture. La vittoria del neodirettore suona come un duro schiaffo all’Ue e all’America di Trump, perché i Paesi africani, quelli latinoamericani aggiunti a quelli di tutta l’area asiatica vicini a Pechino e alla sua politica, hanno visto nella Cina una sponda assai più sicura e stabile di quella dell’Ue, sdegnando addirittura anche gli Usa.«E’ una data storica» ha sottolineato Qu Dongyou, promettendo che farà di tutto per essere imparziale e neutro nello svolgere il suo mandato.

La Fao è un organismo multilaterale e la vittoria del neodirettore di Pechino, adesso apre a più di qualche interrogativo. Infatti la fedeltà al Partito di funzionari, burocrati e diplomatici cinesi, come è noto, è assoluta come la difesa dei propri interessi e delle regole e” programmi quinquennali” che si decidono al suo interno. Come saprà conciliare tutti questi aspetti ora Qu Dongyou con il suo nuovo mandato? Solo nei prossimi mesi lo si potrà scoprire insieme alle decisioni che dalla Fao si prenderanno sotto il suo mandato. L’organismo internazionale la cui sede è a Roma, ha come compito infatti quello di riunire le nazioni di tutto il globo per identificare gli strumenti più adeguati e per migliorare non solo la produzione agricola, ma anche incrementare la sostenibilità e di facilitare il commercio di beni alimentari.

La sconfitta di Catherine Geslain-Lanéelle pesa e segna uno smacco per l’Ue. La candidata francese si era detta certa anche del sostegno dei 28 Paesi europei, ma le sue dichiarazioni che ponevano l’accento sull’importanza di una prospettiva più globale nelle politiche all’interno della Fao e meno europeista, e quindi sulle scelte per un’agricoltura sostenibile e la lotta alla fame, hanno forse fatto la differenza e, insieme allo scontro con gli Usa su dossier delicati come quello degli Ogm, decretato la sua sconfitta alla direzione della Fao.

Il nostro Paese mantenendo il riserbo assoluto nella scelta, dopo aver espresso alternativamente simpatie per i candidati di Cina e Ue, si è comunque saputo da fonti informali che per doveri di galteo diplomatico avrebbe infine votato per la candidata francese. Comunque sono arrivate via twitter al nuovo direttore della Fao, le congratulazioni del premier Conte:« Come Paese ospite, l’Italia è pronta a lavorare con lei a stretto contatto per affrontare le nostre sfide comuni sulla fame – si legge nel messaggio – l’insicurezza alimentare e la malnutrizione e per raggiungere un mondo più sostenibile».

 

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