Editoriale

Il governo ha scelto la via cinese. Ma non quella della seta come qualcuno potrebbe pensare, ma quella di stampo marxista-comunista che vuole lo Stato quale unico e supremo giudice impositore e controllore della vita sociale. In quest’ottica il green pass diventerà obbligatorio per tutti i lavoratori, pubblici e privati, dal 15 Ottobre e i trasgressori che non avranno con sè la “miracolosa” carta verde saranno avranno lo stipendio sospeso dopo cinque giorni, ma non perderanno il posto di lavoro. L’obbligo di green pass sarà esteso anche alle colf, badanti e volontari, con notevoli conseguenze per i soggetti più deboli e bisognosi quali anziani con malattie gravi e disabili. Diciamola tutta senza peli sulla lingua, il green pass è soltanto così nella sua versione “maoista” un puro strumento di controllo delle persone, limitando la loro vita sociale e rendendole molto più vulnerabili e ricattabili. Oltre agli aspetti d’incostituzionalità in quanto esso toglie e comprime i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, quali la circolazione dentro e fuori dal territorio dello Stato, il diritto al lavoro, il non obbligo vaccinale sancito dall’art 32 e tanto altro, ma in modo particolare entra nella privacy dell’individuo, appropriandosi dei dati sensibili da vendere poi alle case farmaceutiche che sapranno vita, morte e miracoli di quella persona. Noi siamo dell’idea che l’essere umano e la sua centralità debbano sempre prevalere sul business delle aziende e sul modello cinese ormai entrato a pieno titolo in casa nostra, senza che nessuno abbia battuto ciglio. Popolo avvisato, mezzo salvato o no!

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