Green Pass: caos maggioranza, Lega e Fdi votano contro alla Camera. Sileri “Non è obbligo indiretto di vaccino”

In seguito alla decisione del Carroccio di votare contro l’obbligo del Green Pass, Lega e PD sono di nuovo in contrasto con il voto alla Camera. Nel caos che ha coinvolto la maggioranza, Sileri continua ad assicurare che il certificato non è un tentativo per obbligare al vaccino.

In Commissione alla Camera la Lega, insieme a Fdi e alcuni ex esponenti del M5s, tra i vari emendamenti ha votato anche per la cancellazione dell’articolo 3 dell’obbligo del Green Pass. Tali provvedimenti sono stati respinti, ma hanno comunque provocato polemica nella maggioranza, con da una parte Letta che giudica il Carroccio di essere al di fuori della maggioranza, e dall’altra il Carroccio che accusa il PD di “essere fuori dal mondo”.

A partire subito con le critiche è stato lo stesso Enrico Letta: “Io stigmatizzo la scelta della Lega che con i voti di oggi in Commissione alla Camera contro il Green pass ha deciso, proprio nella giornata di oggi, di fare una scelta che la pone al di fuori della maggioranza. Quindi chiedo un chiarimento politico su questo punto. Perché la Lega oggi di fatto si mette contro e fuori dalla maggioranza” ha dichiarato infatti il Segretario del PD “Quanto accaduto dimostra una situazione intollerabile. C’è bisogno di responsabilità da parte di tutte le forze politiche“.

Enrico Letta

Da parte sua Salvini propone anche una via di mezzo: “Se lo Stato impone il Green Pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti. Sono certificati, funzionano, costano poco e possono essere usati da tutti. Ci sono milioni di italiani che non possono spendere altre centinaia di euro ogni settimana, in un momento già economicamente difficile. Vediamo se PD e 5S voteranno a favore in Commissione”.

In mezzo alle polemiche, Mario Draghi continua ad affermare come il Green Pass sia la chiave per la ripresa del Paese, anche se i numeri dicono tutt’altro. E ci sarà ancora da vedere se la situazione politica si calmerà nei prossimi mesi, che tra le amministrative di ottobre e l’impossibilità di sciogliere le camere (il Semestre bianco, in vigore fino a febbraio del prossimo anno) saranno molto impegnativi.

Nel frattempo, mentre Speranza e Brunetta propongono di estendere l’obbligo anche ai dipendenti pubblici, il caos di questi giorni non è solo politico. Ieri la procedura è iniziata anche nelle scuole italiane, dove è affidata a persone fisiche in attesa che la piattaforma ministeriale venga automatizzata. All’entrata degli istituti chi era sprovvisto di Green Pass valido non è potuto entrare ed è stato registrato come assente ingiustificato. Alla quinta assenza si viene sospesi. E sono iniziati i problemi: all’istituto Galileo Galilei molte certificazioni cartacee valide non sono state riconosciute dai lettori QR, e si è perso molto tempo per passare alla versione digitale, rallentando gli accessi. Anche la preside del liceo Newton, Cristina Costarelli, chiede miglioramenti: “So per certo che quei due insegnanti, fermati dal Green pass, sono vaccinati. Ero sicura che avessero la certificazione valida e non potevo certo lasciarli fuori. Abbiamo provato a scaricare di nuovo il Green pass dall’applicazione e ha funzionato. Su questi aspetti tecnici abbiamo chiesto molta attenzione, non possiamo rischiare di lasciar fuori qualcuno per un errore”.

Ma c’è di peggio. Al liceo Curie-Levi di Torino due docenti, non vaccinati, hanno provato a presentare un’esenzione certificata da un medico. Il problema è che non si trattava del loro medico curante, quindi ai due docenti è stato impedito di accedere all’istituto. “È stato rilasciato da un medico autorizzato a fare la campagna vaccinale come prescrive la normativa, ma per il preside non è valido perché non lo ha firmato il nostro medico curante” hanno poi spiegato i docenti, uno dei quali si è subito recato in una caserma dei carabinieri per sporgere denuncia per abusi di ufficio.

Pierpaolo Sileri

A chi teme che il Green Pass non sia altro che un obbligo mascherato a vaccinarsi, risponde Pierpaolo Sileri: “Paragonare il Green Pass a un obbligo indiretto a vaccinarsi è scorretto” afferma infatti il sottosegretario alla Salute, che continua sottolineando che il certificato “…è sicurezza sanitaria perché consente forme di aggregazione prima impossibili, in sicurezza, ma è anche una straordinaria opera di screening, in quanto chi non ha il vaccino deve fare il tampone per avere il Green pass. E grazie a quel tampone, che altrimenti la persona non avrebbe fatto, scopriamo molti casi. E sono molti quelli che vengono scoperti positivi grazie a questo”.

Ce ne vorrà, quindi, per sistemare il caos dell’obbligo di Green Pass, sia a livello sociale che politico, ammesso che ci si riesca. Soprattutto considerando l’attuale agitazione legata alle comunali di ottobre e all’impossibilità per Mattarella di sciogliere le Camere. Una situazione, questa, che permette ai partiti di agire in Parlamento senza eccessivi vincoli da parte della maggioranza o del Governo stesso.

 

 

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