
Israele-Gaza: Più di 9mila palestinesi morti nel conflitto
Mentre la Camera degli Stati uniti approva aiuti per quasi 15 miliardi di dollari, l’Onu definisce “Sproporzionato” l’intervento israeliano. Nuovi scontri in Libano. Tajani invita gli ospedali italiani a curare i feriti palestinesi.
Prosegue il conflitto in Medio oriente tra Israele e Hamas. Tel Aviv annuncia di aver ucciso nel corso della notte “Un importante capo di Hamas (Mustafa Dalul, ndr)” e di aver neutralizzato dei tunnel a Beit Hanoun, a nord-est della Striscia di Gaza.
Gli attacchi israeliani di questa notte a Gaza hanno coinvolto anche la zona dell’ospedale di al-Quds, provocando 21 feriti. Come dichiara lo stesso direttore dell’ospedale, Bashar Murad, i raid di Tel Aviv nella zona si sono intensificati nelle ultime ore. A fare un bilancio dei feriti è la Società della mezzaluna palestinese, che dichiara: “Ventuno feriti e molti contusi si sono verificati quando i vetri interni dell’ospedale al-Quds di Gaza sono andati in frantumi e parte del controsoffitto è caduta. La maggior parte delle persone colpite erano donne e bambini”.
Nel frattempo Tel Aviv ha iniziato a rimandare nella Striscia migliaia di lavoratori palestinesi bloccati in Israele dall’inizio del conflitto. Secondo le autorità israeliane, sono circa 18.500 i palestinesi con permesso di lavoro in Israele, e per muoversi utilizzavano il valico di Kerem Shalom, a est del passaggio di Rafah. Lo scopo ufficiale sarebbe quello di impedire il flusso di lavoratori da Gaza, come dichiara il Gabinetto di sicurezza di Tel Aviv: “Israele sta tagliando tutti i contatti con Gaza. Non ci saranno più lavoratori palestinesi da Gaza”, ma la scelta di rimandarli nella Striscia preoccupa l’Onu, vista la situazione nella zona.
Tra l’altro l’Onu ha anche definito “Sproporzionato” l’intervento israeliano, dal momento che l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso provocò 1400 morti, a fronte di quasi 10mila morti (Di cui 3826 minori) provocati dai raid israeliani a partire da quella data. Persino gli USA, storici alleati di Tel Aviv, invitano tra le righe a una certa prudenza.

Recep Tayyip Erdoğan
Il portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, ha infatti ammesso che ”Anche se Israele ha il diritto di difendersi, il modo in cui lo fa è importante. A Tel Aviv discuteremo di dare priorità alla sicurezza dei civili e di fornire assistenza umanitaria ai palestinesi di Gaza”. In tutto ciò proprio Washington ha promesso, tramite approvazione della Camera dei rappresentanti americana, ben 14,3 miliardi di dollari di aiuti a Israele.
Mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato “Nella Striscia crimini contro l’umanità da un mese” si sono registrati nuovi scontri ieri sera al confine tra Libano e Israele, con gli Hezbollah che affermano di aver distrutto nel corso della notte un drone israeliano nel sud del Libano con un missile terra-aria.

Antonio Tajani
A proposito di Hezbollah, il ministro degli esteri Antonio Tajani, oltre a dichiarare che l’Italia rimane da sempre a favore della soluzione “Due popoli, due stati” (Come ribadito anche da Giorgia Meloni di recente), ha lanciato “Un appello alle massime autorità Hezbollah affinché diano messaggi di pace a favore di una de-escalation. Il mio è un appello formale che affinché le autorità non gettino benzina sul fuoco e perché si impedisca un allargamento del conflitto ai paesi confinanti a partire dal Libano” sottolineando anche di aver “Dato mandato ai nostri diplomatici perché diano la disponibilità dell’Italia a curare nei nostri ospedali i civili palestinesi feriti evacuati dalla Striscia. Siamo disponibili a garantire cure specialistiche alle persone che ne necessitano e che non hanno nulla a che fare con i terroristi di Hamas“.